L’oro è salito oggi per il terzo giorno consecutivo sulla scia delle crescenti aspettative di tagli dei tassi della Fed a settembre, che stanno deprimendo il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni e l’indice del dollaro, favorendo anche gli afflussi verso gli ETF sull’oro per il secondo mese consecutivo, guidati dall’aumento delle partecipazioni da parte dei fondi quotati in borsa in Europa e Asia.
Nella sua apparizione odierna alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, il presidente della Fed Jerome Powell ha ripetuto la maggior parte delle cose dette ieri in una commissione del Senato americano. Ha riconosciuto i progressi sull'inflazione, ma ha affermato che il consiglio del FOMC non è sicuro che l'abbassamento dei tassi possa aiutare i prezzi a raggiungere l'obiettivo del 2%.
L’attenzione si sposta adesso sulla pubblicazione di domani dei dati sull’inflazione statunitense di giugno e sugli indicatori economici riguardanti le richieste iniziali di disoccupazione e sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan, che potranno determinare la direzione dell’oro.
Si prevede che l'IPC statunitense diminuirà dal 3,3% al 3,1% annuo a giugno, mentre l'inflazione core dovrebbe rimanere stabile al 3,4% su base annua.
Inoltre, le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione per la settimana terminata il 6 luglio dovrebbero aumentare da 238.000 a 240.000 e la fiducia dei consumatori a luglio dovrebbe migliorare a 68,5, rispetto al 68,2 di giugno.
Analisi tecnica
Il prezzo dell'oro si consolida intorno ai 2.370 dollari. Ha ripreso il suo trend rialzista in corso, ma rimane timido nel raggiungere i massimi settimanali fissati lunedì a 2.391 dollari, sebbene oggi abbia segnato un massimo di 2.386,72 dollari.
Anche il Relative Strength Index rimane rialzista sopra la linea neutrale di 50 e punta al rialzo.
La prima resistenza é data dal massimo del 5 luglio a 2.392 dollari, seguita dalla cifra tonda di 2.400 dollari.
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