Il prezzo dell’oro non riesce ad estendere il forte rimbalzo di ieri dal minimo di due settimane, poiché l’incertezza sul taglio dei tassi da parte della Fed aiuta a limitare la scivolata correttiva del dollaro e limita anche i guadagni dell’oro. Inoltre, il mercato appare riluttante nel rischiare prima della pubblicazione dell’importante indice dei prezzi PCE statunitense.
Pertanto, il prezzo dell’oro non riesce ad estendere il rimbalzo di ieri, anche a fronte del recupero del dollaro e dell’aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA.
L'indice annuale dei prezzi PCE degli Stati Uniti è previsto in aumento del 2,6% a maggio, rispetto all'aumento del 2,7% di aprile e si prevede che il dato PCE core sia cresciuto del 2,6% su base annua, rallentando rispetto al 2,8% ad aprile.
Se i dati sull’inflazione indicheranno effettivamente un rallentamento delle pressioni sui prezzi, è probabile che il prezzo dell’oro riacquisti il suo slancio di ripresa, poiché il dollaro si troverebbe sotto una forte pressione di vendita a causa dell’aumento delle scommesse per un taglio dei tassi di settembre. Al contrario, se i dati dovessero sorprendere al rialzo, il dollaro potrebbe estendere la sua recente corsa e pesare sul prezzo dell’oro.
Analisi tecnica
L’oro rimane ancora sotto pressione ribassista, nonostante il precedente rimbalzo, poiché il Relative Strength Index a 14 giorni rimane al di sotto del livello di 50. Inoltre, la media mobile semplice a 21 giorni della settimana precedente e il crossover ribassista della SMA a 50 giorni continuano ad alimentare correnti ribassiste.
In caso di discesa, la soglia dei 2.300 dollari rappresenta un valido supporto prima del minimo di giugno di 2.287 dollari.
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