Il prezzo dell’oro è sceso oggi a 2.340 dollari sui timori che i tassi statunitensi saranno matenuti più alti più a lungo da parte della Fed. Pertanto, il dollaro e i rendimenti obbligazionari USA sono saliti seguendo il ridimensionamento delle scommesse su un taglio dei tassi della Fed a settembre. Lo strumento FedWatch del CME mostra una probabilità del 46% che la banca centrale riduca i tassi di interesse a settembre dai livelli attuali, contro il 57,5% di una settimana fa. Importanti indicazioni in tal senso potranno arrivare venerdì dai dati dell’indice dei prezzi PCE core degli Stati Uniti.
L’oro ha perso colpi dopo che il movimento di ripresa verso i 2.360 dollari si è bloccato e la cautela ha iniziato a prevalere negli investitori in vista del Personal Consumption Expenditure Price Index degli Stati Uniti per aprile, che, come detto, saranno pubblicati venerdì. Si prevede che la misura dell’inflazione preferita dalla Fed sia cresciuta costantemente sia su base mensile che annuale, rispettivamente allo 0,3% e al 2,8%.
Questo scenario non è di buon auspicio per il prezzo dell’oro, ma sarebbe favorevole per i rendimenti dei Titoli del Tesoro, che registrano un nuovo massimo di tre settimane intorno al 4,60% sulla scia del cauto sentimento del mercato, e per il dollaro.
Analisi tecnica
Il prezzo dell'oro si è indebolito dopo la rottura della formazione del grafico a bandiera invertita su un intervallo di tempo orario. Una scomposizione di tale modello grafico mostra che la tendenza al ribasso è ripresa.
Le prospettive a breve termine sono incerte poiché il prezzo dell’oro è scivolato al di sotto della media mobile esponenziale a 50 periodi, posta a circa 2.350 dollari. Inoltre, il Relative Strength Index a 14 periodi si è spostato nell'intervallo ribassista compreso tra 20,00 e 40,00, concretizzando quindi uno slancio ribassista.
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