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Immagine del redattoreAUREA OPERATORE ORO

Il prezzo dell’oro chiude poco mosso nonostante i buoni dati PCE core statunitensi

Il prezzo dell’oro ha continuato a muoversi lateralmente anche dopo la pubblicazione dei dati soft core sull’inflazione PCE statunitense, cresciuta ad un ritmo più lento rispetto a quanto previsto dagli analisti, nonostante l’allentamento della pressione sui prezzi abbia fatto aumentare le scommesse sui tagli dei tassi da parte della Fed nella riunione di politica monetaria di marzo. Infatti, lo strumento CME Fedwatch mostra adesso che le probabilità a favore di un taglio del tasso di 25 punti base a marzo sono rimbalzate al 50%.

I dati annuali sull'inflazione sottostante sono scesi al 2,9% rispetto alle aspettative del 3% e al dato precedente del 3,2%. I dati mensili dell’indice dei prezzi PCE core sono cresciuti dello 0,2% come previsto. A novembre l’inflazione è aumentata leggermente dello 0,1%.

Tuttavia, l’economia statunitense sta registrando risultati eccellenti in termini di spesa dei consumatori, mercato del lavoro e crescita economica, consentendo ai funzionari della Fed, che sono costretti a barcamenarsi tra non poche difficoltà decisionali, di sostenere tassi di interesse più elevati almeno per i primi sei mesi dell’anno.

A tal fine, il segretario del Tesoro americano Janet Yellen ha affermato che una crescita economica sorprendentemente forte deriva da una maggiore produttività e da una robusta spesa al consumo senza un aumento dei rischi di inflazione.

La prossima settimana, l’attenzione si sposterà sulla prima riunione di politica monetaria dell’anno della Fed, anche se si prevede che i tassi di interesse rimarranno invariati per la quarta volta consecutiva. Tuttavia, gli investitori si concentreranno in particolare sulla tempistica con cui la Fed inizierà a ridurre i tassi di interesse. Sebbene, finora, i membri della Fed abbiano considerato premature le aspettative di tagli dei tassi a partire da marzo, a causa delle prospettive economiche resilienti degli Stati Uniti e delle persistenti pressioni inflazionistiche, avvertendo che precoci tagli potrebbero portare a un’impennata della domanda complessiva, smorzando gli sforzi compiuti fino ad oggi per ridurre l’inflazione.

Analisi tecnica

L’oro non è riuscito a portarsi sopra i 2.020 dollari, con il prezzo che continua a muoversi lateralmente in un intervallo limitato, poiché l’attenzione generale è rivolta alla politica dei tassi di interesse della Fed, che sarà annunciata la prossima settimana. Pertanto, l’oro fatica a mantenersi al di sopra della media mobile esponenziale a 50 giorni, posta a circa 2.015,00 dollari. Un nuovo ribasso potrebbe verificarsi se l’oro scendesse al di sotto del supporto psicologico di 2.000 dollari, anche se gli oscillatori del momentum indicano un forte calo della volatilità. FXSTREET. #gold #oro

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