Il prezzo dell'oro è salito per il secondo giorno consecutivo fino a 2.374 dollari durante la sessione asiatica odierna, al massimo di due settimane grazie alla debolezza del dollaro ed alle crescenti scommesse sul taglio dei tassi della Fed.
L’orientamento a breve termine è diventato rialzista, particolarmente dopo che ieri la Banca del Canada ha abbassato il suo tasso di riferimento per la prima volta in quattro anni, da un massimo di oltre due decenni, segnalando preoccupazione per il rallentamento della crescita economica. Inoltre, oggi si prevede che anche la Banca Centrale Europea taglierà i tassi di interesse per la prima volta da marzo 2016.
Pertanto, adesso i mercati stanno scontando una maggiore possibilità di un imminente taglio dei tassi da parte della Fed grazie ai segnali di un rallentamento dell’economia statunitense che, unitamente alle persistenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente, continua a fungere da vento favorevole per il prezzo dell’oro.
Tuttavia, il rialzo dell’oro appare ancora limitato poiché poiché l’attesa è interamente incentrata sulla pubblicazione del rapporto sui salari non agricoli statunitensi di domani, passando attraverso le richieste settimanali di disoccupazione rese note oggi.
Analisi tecnica
Il prezzo dell’oro potrebbe incontrare forti ostacoli e rimanere limitato vicino alla soglia dei 2.400 dollari, anche se l’aver già superato l'area dei 2.364 dollari, che rappresenta il massimo della scorsa settimana, potrebbe rappresentare un fattore scatenante per un successivo rialzo.
Gli oscillatori misti sul grafico giornaliero richiedono una certa cautela prima di posizionarsi per ulteriori guadagni. Pertanto, è più probabile che qualsiasi successivo movimento al rialzo incontri una forte resistenza e rimanga limitato vicino alla soglia dei 2.400 dollari prima di spingere il prezzo dell’oro verso il successivo ostacolo rilevante rappresentato dalla zona dei 2.425 dollari.
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