Il prezzo dell'oro ha iniziato il nuovo anno con una nota positiva e sta recuperando gran parte delle perdite registrate negli ultimi due giorni di negoziazione e, in vista della sessione europea, viene scambiato nella regione dei 2.075 dollari, in rialzo di oltre lo 0,60%, anche se al di sotto del massimo plurisettimanale toccato giovedì scorso.
Le aspettative accomodanti sulla Fed, che possa iniziare a tagliare i tassi di interesse già a marzo, insieme ai rischi geopolitici, derivanti dalla guerra in Ucraina e in Medio Oriente, e alle preoccupazioni per la fragile ripresa economica in Cina continuano a sostenere l’oro, anche se il recupero dei rendimenti obbligazionari statunitensi, che sostiene il dollaro, potrebbe tenere a freno eventuali ulteriori guadagni.
In particolare, il PMI ufficiale cinese pubblicato nel fine settimana ha indicato un ulteriore deterioramento dell’attività manifatturiera e scarsi segnali di ripresa alla fine del 2023 e un sondaggio nel settore privato ha mostrato che l’attività industriale cinese è cresciuta a dicembre a un ritmo più rapido, ma con la fiducia delle imprese per il 2024 che è rimasta contenuta.
Anche gli operatori di mercato sembrano riluttanti, a fronte di volumi di scambi relativamente ridotti prima della pubblicazione dei verbali del FOMC di domani, a piazzare importanti scommesse direzionali, alla luce dell'intensa agenda economica statunitense di questa settimana, che prevede importanti dati macro quali il rapporto NFP, il PMI manifatturiero ISM, le offerte di lavoro JOLTS e il rapporto ADP, che potrebbero contribuire ulteriormente a fornire uno slancio significativo al metallo prezioso.
Il prezzo dell'oro è sostenuto da una combinazione di fattori di supporto, dopo aver segnato il suo anno migliore dal 2020, e sembra destinato a prolungare la sua recente e consolidata tendenza all’apprezzamento, in base alle speranze che la Federal Reserve possa ottenere un atterraggio morbido per l’economia nel 2024.
Analisi tecnica
Il prezzo dell’oro attende ora un movimento oltre la zona di resistenza di 2.077-2.078 dollari. La chiusura giornaliera intorno a tale regione, segnata mercoledì scorso, sembra agire come una barriera immediata davanti alla zona dei 2.088 dollari, che è il massimo plurisettimanale. Una spinta successiva dovrebbe consentire di riconquistare la soglia dei 2.100 dollari.
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