Oggi, il prezzo dell'oro rimane stabile intorno alla regione dei 2.045 dollari, dopo il breakout sostenuto oltre l’ostacolo dei 2.040-2.042 dollari e l’impressionante picco di quasi un mese toccato ieri, poiché rimane ben supportato dalle scommesse di un allentamento della politica monetaria della Fed entro la fine dell’anno.
L’indice dei prezzi delle spese per consumi personali degli Stati Uniti ha mostrato ieri che l’inflazione annuale nel mese di gennaio è stata la più bassa degli ultimi tre anni, aprendo la porta a un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed. Inoltre, anche gli altri dati economici non brillanti pubblicati sempre ieri negli Stati Uniti sembrano confermare tale orientamento. È il caso delle richieste iniziali di disoccupazione relative alla settimana terminata il 24 febbraio che sono risultate di 215.000, maggiori delle stime di 210.000 e del valore precedente di 202.000, dei dati sulle vendite di case esistenti che sono scese dal 5,7% su base mensile di gennaio al -4,9% e del PMI di Chicago che si è attestato a febbraio a 44,0, al di sotto del consensus di 48,0 e del valore precedente di 46.
A questo punto, nonostante i commenti di una serie di influenti membri del FOMC che rivelano che la banca centrale americana non abbia fretta di tagliare i tassi di interesse, gli investitori sembrano convinti che la Fed ridurrà i costi di finanziamento alla riunione di giugno.
Tale convinzione sta alimentando anche un forte sentiment rialzista nei mercati azionari globali, che rappresenta un fattore di impedimento per piazzare nuove scommesse rialziste sull’oro, giustificando cautela negli investitori prima di posizionarsi per ulteriori guadagni. Oltretutto, anche i rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi non sono lontani dai recenti massimi, costituendo anch’essi un freno per ulteriori sostanziali incrementi del prezzo dell’oro.
Analisi tecnica
In caso di un’ulteriore spinta verso l’alto, l’oro potrebbe mirare a testare il prossimo ostacolo rilevante vicino all’area dei 2.065 dollari, giacché il breakout della resistenza orizzontale di 2.040-2.042 dollari, avvenuto ieri, rappresenta un potenziale fattore scatenante per un futuro rialzo.
Anche gli oscillatori sul grafico giornaliero stanno guadagnando terreno positivo e supportano le prospettive di un’estensione del recente buon rimbalzo dal minimo da inizio anno attorno alla regione dei 1.984 dollari, toccato a febbraio.
Tuttavia, se l’oro mostrasse debolezza al di sotto della resistenza trasformata in supporto di 2.040-2.042 dollari, l’eventuale supporto sarebbe fornito dall’area di 2.025-2.024 dollari, ovvero il minimo di questa settimana, prima di scendere verso la media mobile semplice a 100 giorni, attualmente vicina alla regione dei 2.014 dollari. #gold #oro
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