Il prezzo dell’oro ha iniziato il 2024 con il piede giusto, testando la barriera di 2.080 dollari nella prima metà delle negoziazioni di ieri prima di invertire bruscamente e stabilizzarsi sotto i 2.060 dollari dopo un solido ritorno del dollaro.
Oggi, continua a muoversi sospinto dalle dinamiche dei tagli dei tassi da parte della Fed, dai rischi geopolitici e dalle difficoltà economiche della Cina, mentre i rendimenti obbligazionari statunitensi in lieve recupero agiscono da vento contrario.
La propensione al rischio rimane debole minata dai conflitti geopolitici in corso in Ucraina e Medio Oriente e dalle tensioni latenti tra Cina e Taiwan, consentendo all’oro, tradizionale bene rifugio, di rimanere in area 2.065 dollari.
L’attesa odierna è tutta per la pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC di dicembre e per i dati JOLTS statunitensi sulle nuove offerte di lavoro, che potrebbero gettare nuova luce sulle prospettive dei tagli dei tassi di interesse della Fed da qui a fine dell’anno. Anche gli allarmi tsunami e i molteplici terremoti di elevata magnitudo in Giappone tengono gli investitori in allerta, sebbene il disastro naturale abbia avuto finora un impatto limitato sul mercato.
Analisi tecnica
Le prospettive a breve termine rimangono più o meno le stesse, poiché la crescente resistenza della linea di tendenza, ora a 2.100 dollari, rimane una solida barriera da abbattere.
Prima di quel livello, il prezzo dell’oro continua a imbattersi contro l’ostacolo imposto dalla zona dei 2.085 dollari, rendendola una forte resistenza.
L’indicatore del Relative Strength Index a 14 giorni guarda verso l’alto, sopra la linea mediana, suggerendo che il potenziale rialzista rimane intatto.
Aggiungendo credibilità alle prospettive rialziste, la media mobile semplice a 100 giorni è sul punto di tagliare dal basso la SMA a 200 giorni, rappresentando un imminente Bull Cross.
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