Il prezzo dell’oro ha toccato oggi il nuovo minimo di due mesi, spinto verso il basso dalle scommesse sulla Fed che manterrà i tassi invariati più a lungo. Le aspettative in tal senso, già chiare in precedenza, sono diventate quasi una certezza dopo la pubblicazione di ieri dell'indice dei prezzi al consumo statunitense, che è risultato più elevato del previsto. Tuttavia, un tono di rischio del mercato più morbido potrebbe ancora fornire supporto all’oro, tradizionale bene rifugio, evitando che possa precipitare ulteriormente verso il basso. Aiutato anche da prese di profitto sul dollaro dopo l'impennata di quest’ultimo, fino a 105 dell’indice, in seguito ai dati sull'inflazione degli Stati Uniti.
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni ha raggiunto i nuovi massimi di tre mesi al 4,33%, ma ora vacilla attestandosi intorno al 4,3%.
In uno scenario del genere, è probabile che il prezzo dell’oro estenda il suo slancio ribassista e il dollaro possa riprendere il suo trend rialzista, con i mercati globali che sono in una spirale discendente.
Analisi tecnica
Il grafico giornaliero mostra che il prezzo dell'oro è riuscito a chiudere ieri al di sopra della media mobile semplice a 100 giorni a 1.993 dollari. Oggi, però, ha riaperto al di sotto di tale livello.
Il Relative Strength Index a 14 giorni viene scambiato ben al di sotto del livello di 50, indicando la possibilità di ulteriori ribassi. Inoltre, rimane in evidenza anche la Bear Cross tra le SMA a 21 e 50 giorni, palesatasi la scorsa settimana. Pertanto, qualsiasi rialzo correttivo del prezzo dell'oro potrebbe essere visto come una buona opportunità di vendita nel breve termine.
I livelli di supporto chiave sono rappresentati dal minimo del 13 dicembre di 1.973 dollari e dalla SMA a 200 giorni a 1.966 dollari.
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