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Immagine del redattoreAUREA OPERATORE ORO

Il prezzo dell'oro si consolida in prossimità dei 2.670 dollari

Il prezzo dell'oro sta salendo leggermente per il secondo giorno consecutivo, segnando anche il quarto giorno di un trend positivo nei cinque precedenti e toccando il massimo di dieci giorni a $ 2.670 durante la sessione asiatica.

I dati di ieri del New York Empire State Manufacturing Index di ottobre hanno mostrato un netto crollo della produzione a -11,9, mancando il consenso di 2,3 e ben al di sotto dell'11,3 di settembre, assestando una buona spallata alle aspettative economiche degli USA a tutto vantaggio dell’oro. Inoltre, anche l'allentamento dei rischi di inflazione, sulla scia del calo dei prezzi del petrolio, rappresenta un forte driver per il metallo prezioso.

Infatti, l'attenuazione dei timori di un'interruzione dell'offerta, insieme a una prospettiva di domanda più debole, ha trascinato i prezzi del petrolio greggio al minimo di due settimane, consentendo alla banca centrale statunitense di tagliare ulteriormente i tassi di interesse. Secondo lo strumento CME FedWatch, c’è probabilità del 97,5% di un taglio di 25 punti base a novembre e i dati del Chicago Board of Trade, basati sul contratto future sui tassi dei fondi federali di dicembre, indicano un allentamento di 50 punti base negli ultimi due mesi del 2024 da parte della Fed. Circostanza supportata ieri anche dalla presidente della Fed di San Francisco Mary Daly, che ha affermato che i rischi del doppio mandato della Fed sono ora in equilibrio e che il mercato del lavoro non è una fonte di inflazione. Aggiungendo anche di essere cautamente ottimista sulle prospettive economiche e prevedendo uno o due tagli dei tassi "se le previsioni saranno rispettate". E anche il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic ha affermato di non vedere forti segnali di una potenziale recessione incombente all'orizzonte poiché l'economia statunitense continua ad andare bene e che l'inflazione sta tornando al 2%.

Tutto questo ha determinato uno stallo nei rendimenti dei titoli del Tesoro USA, allontanando anche il dollaro dal picco di oltre due mesi che aveva toccato a inizio settimana, e si sta rivelando un fattore importante a sostegno del prezzo dell’oro.

Inoltre, anche un tono più debole nei mercati azionari globali sta spingendo alcuni flussi verso il bene rifugio per eccellenza, che rimane comunque supportato dal quadro geopolitico costantemente instabile in Medio Oriente. Infatti, ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto l'idea di un cessate il fuoco in Libano e il gruppo militante Hezbollah ha minacciato di ampliare i suoi attacchi, aumentando il rischio di un'ulteriore escalation del conflitto.

L'attenzione del mercato si sposta adesso sulle prossime vendite al dettaglio negli Stati Uniti, sui dati sulla produzione industriale e sulle richieste iniziali di disoccupazione previste per domani.


Analisi tecnica

Il prezzo dell'oro sembra pronto a proiettarsi oltre i 2.700 $, ma qualsiasi mossa successiva incontrerà probabilmente una certa resistenza vicino ai 2.686 $, che rappresenta il picco storico toccato a settembre. A seguire, c’è il limite dei 2.700 $ che, se superato in modo deciso, preparerebbe il terreno per un'estensione del trend rialzista consolidatosi da diversi mesi attraverso gli oscillatori positivi sul grafico giornaliero.

In caso di inversione ribassista, il supporto immediato è fissato vicino all'area dei 2.650 $, al di sotto della quale il prezzo dell'oro potrebbe scivolare fino alla regione dei 2.632-2.630 $ e poi a 2.600 $. #gold #oro

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