Il prezzo dell’oro sta scendendo in una situazione di stasi del conflitto Iran-Israele, inoltre le minori scommesse sui tagli della Fed stanno mantenendo elevati i rendimenti dei titoli statunitensi, esercitando pressione sul metallo.
Pertanto, il contesto generale non chiaro richiede cautela prima di posizionarsi per qualsiasi ulteriore azione di trading.
Le notizie di venerdì scorso avevano innescato un’ampia avversione al rischio, ma l’assenza di commenti ufficiali da parte di Israele e la smentita da parte delle autorità iraniane avevano ridato fiducia ai mercati. E oggi, gli investitori tirano un sospiro di sollievo in un contesto di probabile disgelo tra Israele e Iran, favorendo il ritorno dei flussi di rischio.
Il prezzo dell’oro che, inizialmente era salito fino a quasi 2.420 dollari a causa dei crescenti rischi geopolitici, si è poi ritirato, stabilizzandosi sotto la soglia dei 2.400 dollari con la ripresa della propensione al rischio. Inoltre, anche la brusca inversione di tendenza del dollaro e dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA aveva contribuito al ritracciamento del prezzo dell'oro venerdì.
Oggi, la Banca popolare cinese ha lasciato invariati i tassi di interesse e nel corso della giornata, se il dollaro trovasse una forte domanda grazie a rendimenti più solidi dei titoli del Tesoro USA, il calo del prezzo dell’oro potrebbe acquisire slancio.
Analisi tecnica
Una chiusura della candela ogni quattro ore al di sotto della resistenza chiave rappresentata dalla SMA a 50 giorni di 2.370$ potrebbe avviare un trend al ribasso verso la SMA 100 a 2.325 dollari, dove si trova anche il minimo del 15 aprile, passando attraverso il ivello psicologico di 2.350 dollari.
Il Relative Strength Index è entrato in territorio negativo aggirandosi intorno a 48,00, giustificando il potenziale ribassista.
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