Il prezzo dell’oro rimane aggrappato ai 2.320 dollari, pressato dalle prospettive aggressive della Fed. Sebbene rimangano intatte tutte le scommesse su un taglio dei tassi statunitensi a settembre, come mostrato dal FedWatch Tool del CME, secondo cui i mercati continuano a scontare una probabilità del 68%, limitando i guadagni del dollaro.
Le persistenti tensioni geopolitiche controbilanciano le spinte negative sull’oro e contribuiscono a limitarne il ribasso. Infatti, l’ansia per le elezioni francesi di domenica e le elezioni generali nel Regno Unito della prossima settimana continuano mantenere sostenuta la domanda di rifugio sicuro.
Oggi, gli spunti di trading arriveranno dai dati immobiliari statunitensi. Ma, in maggior misura, la sessione di domani potrà avere una più profonda influenza poiché sono attesi i dati economici statunitensi relativi al prodotto interno lordo finale e all'ordine di beni durevoli, in attesa degli importantissimi dati sull'inflazione PCE statunitense di venerdì.
Inoltre, anche i flussi di fine semestre giocheranno la loro parte, influenzando significativamente il valore del dollaro e il prezzo dell’oro.
Analisi tecnica
Il prezzo dell'oro ha cancellato ieri il modello a triangolo simmetrico, dopo aver chiuso al di sotto del supporto di 2.320 dollari.
Il Relative Strength Index a 14 giorni mantiene la sua posizione al di sotto del livello 50, continuando a sostenere lo slancio ribassista del prezzo dell'oro. Inoltre, anche il crossover ribassista della media mobile semplice a 21 giorni e della SMA a 50 giorni continuano a rappresentare elementi negativi.
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