L'oro sta cercando il recupero capitalizzando l'indebolimento del dollaro dopo la pubblicazione dei dati PMI globali S&P di ieri, risultati più deboli del previsto negli Stati Uniti e sorprendentemente solidi sull’attività economica europea, che alimentano la possibilità di potenziali tagli dei tassi della Fed.
Tuttavia, il calo dei timori su un conflitto regionale più ampio in Medio Oriente e il rally del rischio sugli indici di Wall Street, alimentato dall’incremento di oltre il 13% delle azioni Tesla dopo la chiusura dei mercati e in previsione dei risultati degli utili societari dei principali colossi tecnologici statunitensi, continuano ad intaccare l’attrattiva del prezzo dell’oro come rifugio sicuro.
Oggi, l’attenzione si sposta sui beni durevoli statunitensi, ma il clou settimanale rimane la pubblicazione anticipata del prodotto interno lordo degli Stati Uniti nel primo trimestre. Soprattutto dopo i pessimi dati preliminari di ieri, risultati inferiori alle aspettative di mercato, che sollevano dubbi sulla resilienza economica degli Stati Uniti. Pertanto, il rapporto sul PIL sarà oggetto di attenta valutazione per individuare eventuali modifiche sulle aspettative di taglio dei tassi della Fed quest’anno.
Secondo il FedWatch Tool del CME Group, i mercati scontano il primo taglio dei tassi della Fed a settembre, con un allentamento totale previsto quest’anno di soli 40 punti base rispetto ai circa 150 di inizio anno.
Analisi tecnica
Il prezzo dell'oro ha superato la media mobile semplice a 21 giorni di 2.318 dollari, dopo essere riuscito a chiudere ieri al di sopra di tale soglia.
Il Relative Strength Index a 14 giorni è diventato piatto al di sopra della linea mediana, vicino a 56,50. Indicando un potenziale rimbalzo in vista.
La prima resistenza si trova al massimo del giorno precedente di 2.334 dollari, oltre la quale emergerebbe il livello psicologico di 2.350 dollari.
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