Il prezzo dell’oro tenta una sortita in positivo durante la sessione asiatica, allontanandosi dal minimo di quasi tre settimane toccato ieri a 2.017 dollari.
Il calo delle aspettative dell’inflazione al consumo negli USA, mostrato dall'ultimo sondaggio sul sentiment dei consumatori della Fed di New York, che ha evidenziato una proiezione sull'inflazione nel breve periodo in discesa a dicembre, al livello più basso di quasi tre anni, sta aumentando le scommesse sul taglio dei tassi della Fed. Migliora, quindi, la propensione al rischio e calano gli acquisti sul dollaro, che ha interrotto la sua corsa vincente e si è ritirato dai massimi di tre settimane contro le sue principali valute rivali seguendo il calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi.
Pertanto, i mercati stanno attualmente scontando una probabilità di circa il 61% di un taglio dei tassi della Fed a marzo, in aumento rispetto al 55% visto dopo la pubblicazione del rapporto sui salari non agricoli degli Stati Uniti e i commenti non accomodanti dei funzionari della Fed. Il governatore della Fed Michelle Bowman ha dichiarato ieri che “l’inflazione potrebbe scendere ulteriormente con il tasso di riferimento mantenuto stabile per qualche tempo” e il presidente della Federal Reserve di Atlanta, Raphael Bostic, ha dichiarato di aspettarsi solo due tagli dei tassi da 25 punti base entro la fine del 2024.
L’attenzione è interamente puntata sui dati dell’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti di giovedì, che forniranno ulteriori indicazioni sui tagli dei tassi della Fed, incidendo sulle valutazioni del prezzo del dollaro e dell’oro.
Analisi tecnica
Le prospettive a breve termine rimangono leggermente ribassiste, ma la chiave di volta sarà il superamento della media mobile semplice a 21 giorni posta a 2.042 dollari, seguito dal massimo di venerdì scorso di 2.054 dollari.
L’indicatore del Relative Strength Index a 14 giorni sta cercando di riconquistare la linea mediana, facendo ipotizzare una possibile ripresa del prezzo.
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