Il prezzo dell'oro rimane ancora sotto pressione e scende per il quarto giorno consecutivo. Viene scambiato intorno ai 1.905 dollari, appena sopra il livello più basso da metà marzo toccato ieri e sembra vulnerabile per scivolare ulteriormente, trascinato al ribasso daL dollaro più forte e dai commenti aggressivi del presidente della Federal Reserve Jerome Powell.
Powell ha evidenziato che sono probabili altri due aumenti dei tassi nel corso del 2023 (e fin qui nulla di nuovo), ma ha sostenuto che, fino al 2025, non vede l'inflazione diminuire fino all'obiettivo del 2%.
I mercati vedono adesso una probabilità dell'81% di un aumento dei tassi di 25 punti base a luglio prima che possano rimanere stabili per il resto dell'anno, secondo lo strumento Fedwatch di CME.
Gli operatori di mercato sono ora in attesa delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti e dei dati finali del PIL del primo trimestre previsti in arrivo nel corso della giornata, insieme ai dati sulla spesa per consumi personali di maggio, previsti per domani.
Gli analisti intervistati da Reuters si aspettano che il PCE core, l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed, sia del 4,7% su base annua, ben al di sopra dell'obiettivo del 2% della Fed.
Il mercato azionario asiatico rimane sottotono sulla premessa di tassi di interesse più elevati e sia lo yen giapponese che lo yuan cinese faticano a risalire dai minimi a causa dei timori di un intervento ufficiale.
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