Il prezzo dell’oro si è stabilizzato intorno ai 1.985 dollari, mentre i rendimenti del dollaro e dei titoli del Tesoro statunitense consolidano le perdite settimanali attendendo l’importantissima pubblicazione dei dati sui salari non agricoli statunitensi.
Il dollaro ha continuato a scendere perché i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a 10 anni sono scesi sotto il livello chiave del 4,70% sulle crescenti aspettative che la Federal Reserve abbia finito di aumentare i tassi. Inoltre, la pausa aggressiva da parte della Banca d’Inghilterra ha rafforzato la sterlina a spese del dollaro. La BoE ha mantenuto il tasso ufficiale stabile, come ampiamente previsto, ma tre policymaker hanno votato a favore di un rialzo, suggerendo che la porta rimane aperta per futuri rialzi dei tassi.
Ieri, le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di 5.000 unità nella settimana terminata il 27 ottobre, raggiungendo il livello più alto in sette settimane e riducendo la domanda di bene rifugio per l’oro, così come per il dollaro. Tuttavia, a differenza del dollaro, il prezzo dell’oro è comunque riuscito a rimanere a galla ed ha chiuso la giornata di ieri in positivo vicino a 1.985 dollari, poiché i mercati scontano una probabilità dell’80% che la Fed lasci i tassi invariati a dicembre, come mostrato dallo strumento FedWatch del CME.
Oggi, tutti gli occhi restano puntati sul rapporto sul mercato del lavoro statunitense, con l’attenzione principale sul dato della NFP, che è previsto a 180.000 in ottobre, a fronte di un aumento di 336.000 a settembre. La retribuzione oraria media è aumentata del 4,0% nel periodo in esame, rispetto all'aumento del 4,2% di settembre. Un dato NFP e un’inflazione salariale più deboli confermerebbero le aspettative del mercato secondo cui il ciclo di inasprimento della Fed è probabilmente terminato, innescando una nuova ondata di vendite di dollari. In tal caso, il prezzo dell’oro potrebbe registrare un nuovo rialzo fino a riconquistare la barriera dei 2.000 dollari.
Al contrario, se si palesasse un forte miglioramento dei dati sull’occupazione negli Stati Uniti, si rafforzerebbero le scommesse sull’aumento dei tassi della Fed a dicembre, aiutando il dollaro a recuperare parte delle sue perdite settimanali e il prezzo dell’oro potrebbe correggere verso i 1.950 dollari.
Analisi tecnica
Ieri, sebbene sia rimasto limitato al di sotto del livello dei 2.000 dollari, l’oro è riuscito a raccogliere nuova domanda. La propensione rimane rialzista poiché diversi Bull Cross rimangono in gioco. Infatti, la media mobile semplice a 21 giorni ha superato tutte le principali SMA, confermando i Bull Cross all'inizio di questa settimana.
L’indicatore del Relative Strength Index a 14 giorni si trova appena sotto il territorio di ipercomprato.
Se il rimbalzo del prezzo dell’oro dovesse guadagnare terreno, si potrebbe vedere una resistenza immediata al massimo di mercoledì di 1.993 dollari, prima di raggiungere la soglia dei 2.000 dollari, per poi proseguire verso il massimo plurimese di 2.009 dollari.
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