Venerdì, i prezzi dell'oro hanno segnato nuovi massimi storici fino a $ 2.510, dopo due settimane di scambi estremamente instabili.
L’oro aveva già raggiunto nel corso delle contrattazioni giornaliere un massimo record di $ 2.500,99, grazie al dollaro in calo per la quarta settimana consecutiva e alle sempre presenti tensioni in Medio Oriente, con una potenziale escalation del coinvolgimento dell'Iran, nonché alla guerra Ucraina-Russia, che sono tutti fattori che contribuiscono alla domanda di oro come rifugio sicuro.
La crescita ha riguardato tutto il gruppo dei metalli preziosi, con argento, platino e palladio che hanno registrato guadagni settimanali, mentre l’oro è cresciuto di oltre il 3% nella settimana.
Il dollaro si è indebolito a causa delle crescenti aspettative di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a settembre.
I dati di luglio dell'indice dei prezzi alla produzione e dell'indice dei prezzi al consumo statunitensi di questa settimana hanno indicato che l'inflazione si sta attenuando, instradando la Fed verso un taglio dei tassi di 25 punti base il mese prossimo.
Tuttavia, i mercati preferiscono attendere altri segnali dal simposio della Fed di Jackson Hole della prossima settimana e, in particolare, dal discorso del presidente Powell che potrebbe fornire una prospettiva più dettagliata sulla forma dei prossimi tagli dei tassi.
In un quadro simile, anche le azioni statunitensi hanno chiuso venerdì in rialzo, registrando i maggiori guadagni percentuali settimanali dell'anno, con le preoccupazioni di una crisi economica che si vanno attenuando grazie ai molto positivi dati sulle vendite al dettaglio e sul mercato del lavoro statunitensi pubblicati questa settimana. Sebbene alcuni analisti divergano sul significato complessivo dei dati forti.
É il caso di Ulrich Leuchtmann, responsabile della ricerca sui cambi presso Commerzbank, che mette in guardia dal leggervi troppa positività, poiché le vendite al dettaglio rappresentano una metrica economica ritardata. Ovvero, in un'ipotetica recessione imminente, il mercato del lavoro USA subirebbe sicuramente danni solo con un ritardo temporale e il consumatore se ne accorgerebbe solo in quel momento, quando sarebbe troppo tardi. Infatti, se l'economia statunitense dovesse scivolare in recessione nel prossimo futuro, appare plausibile che le vendite al dettaglio statunitensi mostrerebbero un comportamento simile.
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