Oggi, l’oro ha subito la forza del dollaro e dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi, che si sono prepotentemente ripresi la scena.
Il prezzo dell’oro è sceso a picco fino a $ 2.867,92, ma sta dimostrando la forza necessaria per poter risalire. Sostenuto, come tema ricorrente, dalle affermazioni del Presidente Trump in materia di dazi.
Infatti, dopo aver affermato ieri che i dazi su Canada e Messico sarebbero iniziati ad aprile, oggi Trump è tornato sui suoi passi, affermando che le imposte entreranno in vigore il 4 marzo come previsto e che sarebbe stato aggiunto un ulteriore dazio del 10% sulla Cina nella stessa data, con il 2 aprile come partenza per i dazi reciproci.
Oggi gli Stati Uniti hanno confermato in seconda stima il dato sul PIL annualizzato del quarto trimestre, al 2,3% come previsto. Inoltre, hanno pubblicato le richieste iniziali di disoccupazione, salite a 242.000 nella settimana conclusasi il 22 febbraio, molto più delle 221.000 previste, e gli ordini di beni durevoli, che sono aumentati del 3,1% a gennaio, superando le aspettative del 2%.
I dati odierni non hanno modificato significativamente l’atteggiamento del mercato e l’oro ne è rimasto abbastanza insensibile.
Domani, invece, sarà il giorno dell'indice dei prezzi delle spese per consumi personali di gennaio negli Stati Uniti, l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed. Si prevede che l'indice possa salire dello 0,3% su base mensile e del 2,5% rispetto all'anno precedente.
Generalmente, questo dato, a differenza di quelli odierni, dispiega i suoi effetti sul mercato e incide sull’andamento del prezzo dell’oro.
Analisi tecnica
L’oro sta entrando in una fase più pericolosa, giacché appare più persistente la tendenza correttiva al ribasso, con gli indicatori tecnici che si continuano a muovere verso il basso, avvicinandosi alle loro linee medie dall'alto.
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