L'oro è stato scambiato in lieve rialzo durante la giornata, poco sotto i 2.020 dollari. A seguito della pubblicazione di dati macroeconomici contrastanti, il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è sceso di oltre l’1%, aiutando l’oro a rimanere in territorio positivo.
Anche oggi, l'oro è rimasto confinato entro livelli familiari, nonostante la ripresa della domanda di dollari a seguito dei dati in arrivo dagli Stati Uniti, che hanno evidenziato una crescita dell’economia nei tre mesi fino a dicembre ad un ritmo annualizzato del 3,3%, secondo la stima preliminare del prodotto interno lordo del Bureau of Economic Analysis.
Il dato è risultato molto migliore rispetto al 2% previsto dagli analisti, aumentando l'ottimismo del mercato. Di conseguenza, il mercato azionario ha registrato un’impennata e i rendimenti dei titoli di Stato sono scesi.
Gli Stati Uniti hanno inoltre pubblicato gli ordini dei beni durevoli di dicembre, che sono rimasti invariati, e le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione per la settimana terminata il 19 gennaio, che ha segnato 214.000 posizioni rispetto alle 200.000 previste.
La Banca Centrale Europea ha annunciato la sua decisione di politica monetaria, lasciando invariati i tre tassi di interesse chiave, come ampiamente previsto. Tuttavia, la presidente Lagarde ha sorpreso il mercato con un messaggio accomodante che ha pesato sull'euro ed ha ulteriormente stimolato la domanda di dollari. Infatti, la Lagarde non ha spento le aspettative di un taglio dei tassi, limitandosi a dire che sarebbe prematuro discutere la questione, osservando anche che quasi tutti i parametri che misurano l’inflazione sottostante sono migliorati a dicembre, aspettandosi che continueranno ulteriormente a migliorare nel corso dell’anno.
Di conseguenza, dopo la riunione della BCE e la conferenza della Lagarde, gli operatori di mercato hanno aumentato le probabilità di imminenti tagli dei tassi su entrambe le sponde dell’Atlantico. Anche se la cautela è d’uopo, poiché domani gli Stati Uniti pubblicheranno l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali di dicembre, l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed. Il dato dovrebbe essere del 3% su base annua, in calo rispetto al 3,2% del mese precedente, con un incremento mensile previsto dello 0,2%, leggermente superiore a quello di novembre. Un dato migliore del previsto potrebbe ulteriormente alimentare la speculazione su un taglio dei tassi da parte della Fed a marzo e far salire l’oro prima del fine settimana.
Analisi tecnica
Il grafico giornaliero mostra che il rischio rimane orientato al ribasso. La media mobile semplice a 20 giorni mantiene la sua pendenza ribassista al di sopra del livello attuale, mentre le medie mobili più lunghe rimangono senza direzione, molto al di sotto del livello attuale. Gli indicatori tecnici si mantengono senza direzione entro livelli negativi.
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