L'oro è cresciuto nella sessione americana, attestandosi nel finale a $ 2.430, sostenuto dal rendimento del titolo del Tesoro USA a 10 anni che è sceso dell’1,2%, sotto il 3,95%.
Grazie alle solide prospettive sui tagli dei tassi della Fed e ai persistenti conflitti geopolitici l’oro ha chiuso bene una settimana iniziata male a causa della disfatta del mercato azionario, guidata dai timori di un potenziale rallentamento economico degli Stati Uniti dovuto a una brusca decelerazione della crescita occupazionale e all'aumento del tasso di disoccupazione.
I funzionari della Fed hanno riconosciuto il raffreddamento delle condizioni del mercato del lavoro e sono fiduciosi che l'inflazione sia tornata sulla sua strada verso il 2%. Ma hanno anche chiarito che le loro decisioni si baseranno sui dati economici, non sul caos del mercato azionario e sugli eventi politici. Infatti, il presidente della Fed Bank di Chicago, Austan Goolsbee, ha dichiarato: "Non dobbiamo rispondere al mercato azionario. Dobbiamo massimizzare l'occupazione e stabilizzare i prezzi".
Sul fronte geopolitico, gli investitori ancora temono che l'Iran possa vendicarsi per l'uccisione del leader di Hamas a Teheran.
La prossima settimana, il prezzo dell'oro sarà influenzato dai dati dell'indice dei prezzi al consumo statunitense di luglio, che sarà pubblicato mercoledì. I dati sull'inflazione statunitense potranno indicare se le attuali aspettative del mercato sui tagli dei tassi di interesse sono appropriate.
Analisi tecnica
L'indice di forza relativa a 14 giorni oscilla nell'intervallo 40,00-60,00, mostrando che il mercato si muove ancora in maniera indecisa.
Una ripresa netta del trend rialzista si verificherebbe solo se il prezzo dell'oro superasse il suo massimo storico di $ 2.483,75. Mentre, al ribasso, la media mobile esponenziale a 50 giorni, vicino a $ 2.370 continua a fornire supporto nel breve termine.
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