Dopo una serie di giorni consecutivi di incrementi, l’oro si è arrestato vicino ai 2.050 dollari per oncia troy. I prezzi stanno subendo pressioni ribassiste poiché il dollaro sta migliorando aiutato dall’aumento dei rendimenti obbligazionari statunitensi.
La propensione al rischio ha subito un duro colpo in seguito alle notizie secondo cui il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane ha lanciato missili contro obiettivi vicino al consolato americano a Erbil, in Iraq, reagendo agli attacchi terroristici che hanno ucciso quasi 100 persone in Iran vicino al luogo di sepoltura del generale Qassem Soleimani.
Inoltre, destano preoccupazioni anche le prospettive economiche della Cina, il cui prodotto interno lordo e i dati sull’attività daranno pubblicati domani.
C’è grande attesa anche per il discorso del governatore della Fed Christopher Waller, che parlerà a Washington delle prospettive economiche e della politica monetaria. Waller, nella sua ultima apparizione, aveva parlato di una svolta accomodante, osservando che, se l’inflazione diminuisce costantemente, non c’è motivo di insistere affinché i tassi di interesse debbano rimanere veramente alti.
Pertanto, le sue parole potranno essere un valido indirizzo per il mercato sul taglio dei tassi della Fed a marzo. Con i mercati che attualmente scommettono sul 70% di probabilità che ciò avvenga.
Analisi tecnica
Le prospettive a breve termine sono positive, sulla scia della rottura del triangolo simmetrico sul grafico giornaliero visto ieri.
Il prezzo dell'oro ha chiuso ieri al di sopra della resistenza della linea di tendenza di 2.052 dollari registrando un breakout tecnico rialzista.
L'indicatore del Relative Strength Index a 14 giorni sta inclinandosi verso il basso, ma si mantiene ancora al di sopra della linea mediana, facendo ipotizzare che qualsiasi pullback possa rappresentare una buona opportunità per entrare, che potrebbero essere vista in corrispondenza della SMA a 21 giorni posta a 2.047 dollari e che rappresenta anche il primo supporto utile.
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