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Immagine del redattoreAUREA OPERATORE ORO

L’oro estende il ribasso in attesa della Fed e dei dati sull'occupazione Usa

Oggi il prezzo dell'oro sta registrando un calo correttivo per il terzo giorno consecutivo, dopo non essere riuscito, ancora una volta, a rimanere al di sopra della soglia dei 2.000 dollari. Sui mercati finanziari prevale la tipica cautela decisionale pre-Fed, mantenendo intatto il tono ottimista attorno al dollaro, che sta consolidando i guadagni della ripresa notturna, in un contesto di cambiamento negativo nella propensione al rischio alimentato dalla contrazione inaspettata in ottobre del PMI manifatturiero cinese Caixin. Inoltre, i mercati sono nervosi anche in attesa dei dati chiave sull’occupazione statunitense.

Le cupe previsioni globali della Banca Mondiale, in un contesto di guerra in corso tra Israele e Hamas, con il suo impatto sui prezzi del petrolio, stanno supportando il dollaro che finora rimane il bene rifugio preferito, lasciando il prezzo dell’oro a languire ai minimi di più giorni vicino a 1.980 dollari.

Inoltre, il prezzo dell’oro è pressato anche dalla rinnovata ripresa dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA lungo tutta la curva, con quelli a a 10 anni di riferimento che tornano intorno al 4,9%. La disfatta del mercato obbligazionario statunitense sembra essere ripresa in vista dell’annuncio di oggi sui rimborsi da parte del Tesoro americano, compresi i dettagli sulla dimensione delle aste del Tesoro e sul mix di durata del nuovo debito che verrà emesso. Lunedì il Tesoro americano ha dichiarato che metterà all’asta 776 miliardi di dollari di debito nell’ultimo trimestre del 2023.

Alla luce di tutto, il principale elemento di rischio rimane la decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve, con una pausa già pianificata. Pertanto, le parole del presidente Jerome Powell sul futuro andamento dei tassi di interesse e sulle prospettive economiche e di inflazione costituiranno l’elemento realmente importante di questa riunione. I mercati si aspettano che la Fed lasci la porta aperta a un ulteriore aumento dei tassi in un contesto di resilienza dell’economia statunitense, caratterizzata da condizioni tese del mercato del lavoro e da un livello di inflazione elevato.

Inoltre, anche il rapporto ADP sull'occupazione statunitense, il rapporto JOLT sulle offerte di lavoro e i dati PMI manifatturiero ISM saranno anch’essi attentamente valutati, così come i nuovi sviluppi riguardanti il ​​conflitto Gaza-Israele, giocando un ruolo fondamentale e influenzando il sentiment del mercato e l’azione del prezzo dell’oro.

Particolarmente interessante è stato anche il rapporto diffuso lunedì dal World Gold Council, che ha mostrato che le banche centrali hanno acquistato 800 tonnellate di oro nei primi nove mesi dell’anno, in crescita del 14% su base annua. Di queste, 181 tonnellate sono state acquistate dalla Cina.

Queste notizie hanno senz’altro alimentato il rally del prezzo dell'oro di lunedì che, tuttavia, si è presto attenuato poiché il dollaro è tornato in corsa insieme ai rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi.

Analisi tecnica

Le prospettive a breve termine rimangono ancora rialziste, con una strategia di “dip-buying” da mantenere in vista della decisione della Fed.

L'indicatore del Relative Strength Index a 14 giorni si è ritirato dal territorio di ipercomprato, riaprendo le porte a un ulteriore rialzo.

Inoltre, la media mobile semplice a 21 giorni e il Bull Cross SMA a 50 giorni rimangono in gioco e la SMA a 21 giorni ha anche tagliato in rialzo la SMA a 100 giorni.

La resistenza immediata è rappresentata dal livello tondo di 1.990 dollari, al di sopra del quale potrebbe venire nuovamente testata la soglia di 2.000 dollari.

Ulteriori ribassi troverebbero invece un forte supporto statico a 1.963 dollari, al di sotto del quale non si può escludere il test del livello psicologico di 1.950 dollari. FXSTREET. #gold #oro

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