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Immagine del redattoreAUREA OPERATORE ORO

L'oro ha raggiunto ieri un nuovo massimo storico vicino ai 2.200 dollari

Un ulteriore nuovo rialzo ha spinto i prezzi dell’oro fino alla soglia dei 2.195 dollari per oncia troy a fine settimana, in un panorama di dollaro più debole, movimenti marginali dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi e crescenti scommesse su un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed in occasione della riunione di giugno.

Il prezzo dell’oro ha continuato la sua corsa al rialzo per l'ottava sessione consecutiva durante tutta la giornata, dopo aver già raggiunto un primo livello record durante la prima sessione europea di venerdì intorno ai 2.165 dollari. Nel pomeriggio londinese, il benchmark del prezzo dell'oro di Londra ha raggiunto un altro record di 2.171,30 dollari per oncia troy, come riportato dalla London Bullion Market Association.

A seguire, l’oro è schizzato ulteriormente in rialzo attingendo il nuovo massimo storico grazie ai dati sull’occupazione negli Stati Uniti che hanno evidenziato un aumento del tasso di disoccupazione e una moderazione negli aumenti salariali nonostante l’accelerazione della crescita dell’occupazione a febbraio. Il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti ha riferito che il tasso di disoccupazione è salito al 3,9% rispetto al valore precedente del 3,7%, i libri paga non agricoli di febbraio sono aumentati a 275.000 rispetto alle aspettative di 200.000, ma meno del dato precedente di 353.000.

I guadagni orari medi sono cresciuti più lentamente di quanto previsto dagli operatori di mercato, con i salari mensili che sono cresciuti dello 0,1% contro lo 0,6% a gennaio e il consensus di mercato dello 0,3%. Pertanto, la crescita annuale dei salari è scesa al 4,3% rispetto alle aspettative ed al 4,4% rilevato in precedenza.

La chiusura finale dell’oro ha visto il prezzo attestarsi poco sotto i 2.180 dollari, con la settimana che si è chiusa quindi all’insegna del più grande aumento percentuale settimanale da metà ottobre.

A questo punto, gli investitori scommettono su un inizio anticipato dei tagli dei tassi da parte della Fed, con le scommesse che la Fed possa iniziare a tagliare a maggio salite a circa il 30% e a giugno, che rimane lo scenario più probabile, che si attestano al 73%.

L'oro aveva iniziato la sua corsa record martedì, quando aveva superato il suo picco di dicembre, aiutato principalmente dalle crescenti indicazioni di un raffreddamento delle pressioni sui prezzi e dal suo tradizionale fascino di bene rifugio. Pertanto, il rapporto sull'occupazione di ieri è stato visto come la definitiva conferma che la Fed continuerà sulla strada per tagliare i tassi a giugno, che rimarrà la premessa di fondo, insieme alla debolezza del dollaro, perché i prezzi dell'oro possano continuare a crescere nel complesso, sebbene un breve consolidamento possa essere auspicabile e necessario. #gold #oro

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