Oggi, i mercati finanziari si sono lasciati alle spalle l'annuncio della Fed e si sono concentrati sui dati provenienti degli Stati Uniti. L’economia statunitense continua a dimostrarsi resiliente poiché l’ISM Manufacturing PMI è migliorato a 49,1 a gennaio dal 47,1 del mese precedente. Inoltre, la produttività non agricola del quarto trimestre è aumentata del 3,2%, battendo le aspettative, e il costo unitario del lavoro nello stesso periodo è aumentato dello 0,5%, meno dell’1,7% previsto.
Il prezzo dell'oro ha, pertanto, acquisito un forte slancio rialzista salendo al livello più alto dall'inizio di gennaio, fino a 2.065 dollari, mentre il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è sceso al 3,86%, precipitando al ribasso dopo i dati provenienti dagli Stati Uniti e alimentando il rally dell’oro.
L’attenzione si sposta domani sul rapporto di gennaio sui salari non agricoli degli Stati Uniti. Si prevede che il rapporto NFP mostri che sono stati aggiunti 180.000 nuovi posti di lavoro a gennaio, mentre il tasso di disoccupazione è previsto al 3,8%, leggermente più alto.
Analisi tecnica
L’oro riesce a mantenere i guadagni acquisiti e chiude scambiato al di sotto del livello dei 2.060 dollari. Ha ancora spazio per estendere il suo rally, spingendosi verso il massimo di gennaio a 2.078,99 dollari. Nel grafico giornaliero, è rimbalzato bruscamente dalla media mobile semplice a 20 giorni, mentre le medie mobili più lunghe avanzano al di sotto di essa. L’indicatore del Relative Strength Index punta saldamente verso l’alto, ben al di sopra della sua linea mediana, mentre l’indicatore del Momentum resta indietro, oscillando attorno a livelli neutrali.
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