L'oro ha chiuso giornata (+1,76%) e settimana (+3,5%) rimanendo vicino ai massimi storici e segnando la chiusura mensile più alta di sempre. I rendimenti obbligazionari globali hanno continuato a scendere grazie all’inflazione che si è ulteriormente raffreddata, sostenendo il rialzo dell’oro.
Il prezzo dell’oro ha raggiunto il massimo di molti mesi nella sessione americana dopo che il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha accolto con favore i recenti più deboli dati sull’inflazione, consolidando l’idea che la banca centrale americana abbia completato la stretta della politica monetaria e possa tagliare i tassi all'inizio del prossimo anno. Sebbene abbia anche evidenziato che l’inflazione core “sia ancora troppo alta”.
Nella sostanza, la posizione di Powell è stata neutrale, giacché in una sessione di domande e risposte, ha comunque dichiarato che “la politica monetaria sta ottenendo ciò che volevamo ottenere", riaffermando l'intenzione della banca centrale americana di essere cauta nelle sue prossime decisioni di politica monetaria e che la Fed non sta pensando di abbassare i tassi in questo momento.
Tuttavia, questo è bastato per portare l’oro dall'area dei 2.044,50 fino ai 2.075 dollari, con i rendimenti dei titoli del Tesoro USA di riferimento a 10 anni che sono crollati di oltre il 3% e il biglietto verde, come rappresentato dall'indice del dollaro americano, che è calato di conseguenza fino a 103,19.
Le aspettative sui tassi di interesse statunitensi, come mostrato dai futures sul mercato monetario, ora stimano quasi 135 punti base di tagli dei tassi della Fed entro la fine del 2024 e una probabilità del 60% di un taglio dei tassi già a marzo, rispetto al 50% di prima del discorso di Powell.
Anche i dati economici statunitensi hanno dato il loro contributo al luccichio dell’oro ed all’opacità del dollaro e dei titoli di stato, giacché l’Institute for Supply Management (ISM) ha rivelato che il PMI manifatturiero di novembre evidenzia che l’attività commerciale rimane in contrazione per il tredicesimo mese consecutivo, con i prezzi pagati dai produttori che sono aumentati, mentre l’indice sull’occupazione è diminuito, in linea con i recenti dati sulle richieste di disoccupazione.
Analisi tecnica
L’oro ha segnato un forte rialzo, che potrebbe continuare fino alla fine di quest'anno, puntando nettamente al massimo storico, anche se i prezzi sono entrati in territorio di ipercomprato scontando con ampio anticipo le future aspettative di politica monetaria. L’attuale area di chiusura giornaliera e settimanale intorno ai $ 2070 rappresenta l’ultimo livello di resistenza psicologico che, una volta rimosso, spalanca la porta direttamente ai massimi di sempre. Il primo supporto è ora rappresentato dal massimo giornaliero del 29 novembre a 2.052,13 dollari. #gold #oro
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