Dopo un buon rimbalzo verso 1.880 dollari, il prezzo dell'oro ha fatto una brusca inversione di marcia ed è diventato negativo nel corso della giornata avvicinandosi ai 1.850 dollari. Sebbene il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni sia sceso, l’oro non riesce a trovare domanda nell’ultimo giorno del terzo trimestre.
Le crescenti probabilità di un parziale shutdown del governo statunitense il 1° ottobre, che rappresenta un rischio per l’economia, e le persistenti preoccupazioni per una crisi immobiliare in Cina non riescono a rappresentare un vento favorevole per il metallo rifugio.
I percorsi divergenti delle due Camere aumentano la possibilità che domenica le agenzie federali finiscano i soldi. Il Senato americano a guida democratica ieri è andato avanti con un disegno di legge bipartisan di finanziamento temporaneo per estendere la spesa federale fino al 17 novembre, data che dovrebbe essere approvata, anche se forse non prima della scadenza del fine settimana. Alcuni repubblicani conservatori della Camera, tuttavia, stanno spingendo per profondi tagli alla spesa e hanno affermato che si rifiuteranno di sostenere il disegno di legge del Senato o qualsiasi legislazione a breve termine che possa dare al Congresso più tempo per agire. I repubblicani della Camera hanno già rifiutato i livelli di spesa per l’anno fiscale 2024 stabiliti in un accordo tra il presidente Kevin McCarthy e il presidente Joe Biden nel maggio 2023.
Questi argomenti rappresentano il fattore di sostegno per l’oro, che viene tuttavia compensato e annullato, in larga misura, dal rafforzamento delle aspettative secondo cui la Federal Reserve manterrà la sua posizione aggressiva e continuerà a inasprire la sua politica monetaria. I dati macro di ieri, sia in materia di PIL che di mercato del lavoro, continuano a fornire ampie prove della continua forza economica degli USA e potrebbero consentire alla Fed di mantenere i tassi più alti più a lungo.
L’odierna pubblicazione dei dati dell'indice dei prezzi PCE statunitense, che è l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed ed influenzerà le aspettative sulla prossima mossa monetaria, ha complicato ancor più il quadro dell’oro. Dopo una fiammata iniziale, l’oro ha letteralmente mollato i freni poiché l’indice core è aumentato ad agosto del 3,9% come atteso, meno del 4,3% di luglio, ma l’indice principale è cresciuto del 3,5% anno su anno, rispetto al 3,4% di luglio.
Pertanto, il prezzo dell'oro registra pesanti perdite settimanali e la chiusura settimanale più bassa da marzo. Inoltre, il contesto fondamentale sopra menzionato suggerisce che qualsiasi tentativo di ripresa potrebbe ancora essere visto come un’opportunità di vendita e corre il rischio di svanire piuttosto rapidamente. #gold #oro
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