I prezzi dell'oro sono aumentati per tutta la prima metà della giornata, scambiato fino a 2.016,38 dollari l'oncia troy in un contesto di ampia debolezza del dollaro. In seguito, il dollaro ha ritrovato una certa domanda dopo l’apertura di Wall Street. Pertanto, l’oro si è assestato sopra i 2.010 dollari, dove attualmente è posizionato.
Il biglietto verde si è ripreso per effetto dell’umore inasprito, ma anche perché i venditori hanno perso interesse nel breve termine. La speculazione secondo cui la Federal Reserve avrebbe finito con la stretta monetaria ha spinto gli investitori verso asset a più alto rendimento e, nonostante il calo intraday dei mercati azionari, il dollaro non è stato in grado di mettere in atto una ripresa più sostenuta.
L’odierno calendario macroeconomico scarso sta mantenendo sia l’oro che il dollaro, e tutte le principali valute, entro livelli familiari in vista degli aggiornamenti legati all’inflazione. Infatti, sia la Germania che l'Eurozona pubblicheranno nei prossimi giorni i rispettivi Indici Armonizzati dei Prezzi al Consumo e gli Stati Uniti pubblicheranno giovedì l'indice delle Spese per Consumi Personali (indicatore dell'inflazione) di ottobre, l'indice preferito dalla Federal Reserve.
Analisi tecnica
Il grafico giornaliero supporta un ulteriore rialzo, poiché ha registrato un terzo massimo più alto e un minimo più alto consecutivi. Il metallo brillante si sviluppa ben al di sopra delle medie mobili senza direzione, con la media mobile semplice a 20 periodi attualmente a circa 1.976 dollari. Inoltre, gli indicatori tecnici puntano verso l’alto entro livelli positivi e nuovi massimi di un mese, in linea con l’attuale slancio rialzista.
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