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L’oro oscilla in range ristretto

L’oro oscilla in un range ristretto centrato sui $ 2.915 in attesa degli importanti dati CPI statunitensi.

Il clima generale del mercato continua a risentire della guerra commerciale globale e dei rischi geopolitici.

Ieri, il Canada, in risposta ai dazi statunitensi, ha annunciato di voler imporre agli Stati Uniti misure non tariffarie, tra cui restrizioni sulle esportazioni di petrolio, influenzando il tono del rischio e il prezzo dell'oro, in quanto tradizionale riserva di valore.

Come riportato da CNN News, ieri sera il presidente ucraino Zelensky ha accettato un cessate il fuoco di 30 giorni proposto dagli Stati Uniti a patto che la Russia accetti il piano statunitense. Pertanto, i colloqui di pace tra Stati Uniti e Russia, già oggi, potrebbero avere un importante scatto in avanti influenzando l’andamento del dollaro e del prezzo dell’oro.

Comunque, prevale una generale cautela in attesa dei dati annuali dell'indice dei prezzi al consumo statunitensi che, se risultassero più deboli delle previsioni, potrebbero spingere la Fed a procedere con un maggior numero di tagli dei tassi di interesse per quest'anno, influenzando positivamente il prezzo dell'oro. Al contrario, se i dati sull'inflazione sorprendessero i mercati al rialzo, il prezzo dell’oro potrebbe dirigersi verso il basso. Giacché, dati CPI inaspettatamente elevati potrebbero giustificare un atteggiamento più cauto da parte della Fed sui tagli dei tassi.


Analisi tecnica

Il prezzo dell'oro è riuscito a ritornare sopra la SMA a 21 giorni a $ 2.910 e l'indice di forza relativa a 14 giorni é stabilmente a 58, giustificando le aspettative per un ulteriore rialzo.

Il prossimo step al rialzo è rappresentato dal massimo del 26 febbraio di $ 2.930.

Il supporto immediato, invece, è rappresentato dal minimo del giorno precedente di $ 2.880, al di sotto del quale emerge la barriera psicologica di $ 2.850. #gold #oro #lingotto

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