Il prezzo dell’oro ha perso terreno durante l’arco della giornata, aggirandosi intorno ai 2.337 dollari dopo aver raggiunto un massimo intraday di 2.364,38 dollari prima di cambiare rotta. Sebbene anche il dollaro e i rendimenti dei titoli di Stato USA rimangano sulla difensiva, in vista della pubblicazione dell’IPP e dell’IPC statunitensi nel corso della settimana. L'IPC è previsto al 3,4% su base annua, leggermente al di sotto del 3,5% registrato a marzo.
Le dichiarazioni generalmente aggressive dei membri della Fed, come quella odierna del vicepresidente della Federal Reserve Philip Jefferson, che ha affermato che l'inflazione è una fonte di preoccupazione e che resta opportuno mantenere il tasso di riferimento in territorio restrittivo, stanno generando crescenti speculazioni secondo cui la banca centrale potrebbe non tagliare affatto i tassi nel prossimo futuro danneggiando l’oro nel breve termine.
Oggi, la Federal Reserve di New York ha pubblicato il suo sondaggio mensile sulle aspettative dei consumatori, che ha fatto emergere con un anno di anticipo che le aspettative di inflazione sono salite al 3,3% rispetto al 3% di marzo, facendo seguito al rapporto dell'Università del Michigan, che aveva segnalato lo scorso venerdì le medesime aspettative di inflazione dei consumatori.
Analisi ecnica
L’oro continua ad essere scambiato intorno al ritracciamento di Fibonacci del 23,6% del rally di aprile/maggio a 2.326,50 dollari, dopo il fallito tentativo di riconquistare vette più elevate. Il grafico giornaliero mostra che gli indicatori tecnici sono rivolti verso il basso, avvicinandosi alle loro linee mediane dall'alto. Ma questo non è sufficiente per confermare un'estensione ribassista, piuttosto riflette un calo dell'interesse all'acquisto. L’oro si aggira attorno alla media mobile semplice a 20 periodi mentre le medie mobili più lunghe mantengono le loro pendenze rialziste ben al di sotto del livello attuale.
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