Oggi, l’oro è rimbalzato fin quasi a $ 2.880 e ora rimane sopra i $ 2.860. Sta traendo forza dalla contemporanea perdita del dollaro, dal quadro di incertezza globale, sia a livello commerciale che geopolitico, e dalle rinnovate speranze di un doppio taglio dei tassi della Fed nel 2025.
Il dollaro ha perso colpi dopo che ieri il presidente Trump ha ordinato al Presidential Working Group di studiare una riserva strategica di criptovalute.
Domani dovrebbero entrare in vigore i dazi del 25% degli Stati Uniti su Messico e Canada.
Dopo lo screzio di venerdì scorso allo Studio Ovale del presidente Trump con l’omologo ucraino Zelensky, ieri, i leader europei hanno concordato di redigere un piano di pace da sottoporre a Washington, sostenuto da Francia e Regno Unito, per porre fine al conflitto ucraino.
I dati PCE statunitensi di venerdì scorso hanno mostrato che la spesa dei consumatori è inaspettatamente scesa dello 0,2% a febbraio, segnando il maggior calo in quasi quattro anni e il primo da marzo 2023.
In una economia basata sui consumi interni, questo getta un’ombra sulle prospettive di crescita del paese, alimentando notevoli preoccupazioni che la Fed non potrà ignorare considerando le proprie scelte di politica monetaria.
In un quadro simile, sta però migliorando il sentiment generale del mercato grazie anche ai dati provenienti dalla Cina che attestano che il Caixin PMI cinese è salito a febbraio a 50,8, rispetto al 50,1 di gennaio, superando la previsione di 50,3.
Oggi sarà pubblicato l’ISM Manufacturing PMI statunitense, che potrebbe offrire qualche ulteriore spunto per la comprensione dello stato economico del paese. Ma, soprattutto, venerdì sarà pubblicato il rapporto Nonfarm Payrolls, che sarà ancora più decisivo per comprendere la prossima traiettoria dei tassi negli Stati Uniti.
Analisi tecnica
L’oro è risalito dopo il brusco calo di venerdì, innescando una rapida inversione di tendenza.
Tuttavia, solo se riuscirà a riacciuffare la SMA a 21 giorni a $ 2.895 si potrà parlare di un concreto rimbalzo e di una ripresa del precedente trend.
Anche il Relative Strength Index si è ripreso, portandosi a quota 51.
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