Il prezzo dell’oro sta consolidando il suo ultimo rialzo dopo essersi spinto fino al massimo di sei giorni vicino a 2.040 dollari, grazie alle rivitalizzate scommesse sui tagli dei tassi di interesse della Fed nel prossimo anno. L’oro ha abbandonato la sua modalità correttiva dai massimi storici di 2.144 dollari, sfondando diverse potenti barriere.
L'impennata del prezzo dell'oro è stata principalmente guidata dal cambiamento accomodante nelle prospettive di politica monetaria della Federal Reserve per il 2024. La Fed ha mantenuto i tassi stabili, ma nel cosiddetto Dot Plot grafico sono previsti nel prossimo anno tagli dei tassi di 75 punti base.
Il presidente della Fed Powell ha rafforzato le prospettive accomodanti, convincendo i mercati che un taglio dei tassi sarà la prossima mossa politica della Fed, anche se riaffiorano le preoccupazioni sulle prospettive economiche. Powell ha detto chiaramente durante la sua conferenza stampa post-riunione che "non è probabile che aumenteremo ulteriormente i tassi. Stiamo riflettendo e parlando di quando sarà opportuno tagliare i tassi", aggiungendo: “Siamo molto concentrati nel non commettere l'errore di mantenere i tassi troppo alti per troppo tempo".
Le parole di Powell sono state sufficienti per aumentare le aspettative di oltre 100 punti base di tagli dei tassi durante il prossimo anno, con la probabilità di una riduzione a marzo e maggio che si attesta rispettivamente all’87% e al 100%.
In questo contesto, i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a 10 anni sono crollati al minimo di quattro mesi sotto il 4% e l'indice del dollaro ha toccato il livello più basso da agosto di 102,56.
Il verdetto della Fed ha cancellato le aspettative di “tassi più alti per tempi più lunghi”, riemerse dopo la pubblicazione dei dati dell’indice dei prezzi al consumo statunitense di martedì.
Oggi sono attese le decisioni di altre banche centrali, con la BoE e la BCE pronte ad annunciare la loro decisione di politica monetaria finale per il 2023.
I mercati si aspettano ampiamente delle svolte anche da entrambe queste banche centrali, che potrebbero fornire ulteriore sostegno alla ripresa del prezzo dell’oro, che rimane, pertanto, in una situazione vantaggiosa poiché le principali banche centrali globali tornano alla normalizzazione monetaria grazie alle preoccupazioni sull’inflazione che vanno diminuendo.
Analisi tecnica
Il prezzo dell'oro ha testato ieri prima la media mobile semplice a 50 giorni di 1.971 dollari, per poi invertire col botto e riportarsi sopra la SMA a 21 giorni allineata a 2.006 dollari. E’ riuscito a stabilizzarsi al di sopra di questa riaprendo la via del rialzo verso il livello psicologico dei 2.100 dollari.
Tuttavia, inizialmente, l’oro dovrà superare l’area dei 2.040-2.050 dollari.
L'indicatore del Relative Strength Index a 14 giorni si mantiene stabile, dopo aver riconquistato il livello 50, indicando che sono in vista ulteriori guadagni.
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