Dopo il forte calo della seconda metà della scorsa settimana, oggi l'oro è riuscito a rimbalzare fino a 2.358 dollari. In assenza di importanti dati economici, le tensioni geopolitiche odierne hanno fornito una notevole spinta all’oro.
L’oro è riuscito ad estendere la ripresa di venerdì scorso, quando era sceso al minimo di due settimane a 2.325,30 dollari, scambiando a circa 2.350 dollari dopo la chiusura europea. La ripresa odierna è stata anche il frutto della persistente debolezza del dollaro durante la giornata di festività del Memorial Day negli Stati Uniti.
Venerdì, gli Stati Uniti pubblicheranno l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali di aprile, che è l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed. Si prevede che l'inflazione PCE rimarrà stabile al 2,7% su base annua, mentre il dato annuale core dovrebbe attestarsi al 2,8%, in linea con il dato di marzo. Infine, si prevede un aumento dello 0,3% su base mensile.
In generale, valori inferiori alle previsioni dovrebbero aumentare le probabilità di un rialzo dei tassi a breve, mentre lo scenario opposto potrebbe voler significare che l’allenamento sarebbe rimandato oltre settembre. Nel mentre, gli investitori continuano a scontare che non via sia alcun taglio dei tassi nei prossimi due incontri ad opera della Fed.
Analisi tecnica
L’oro sembra in grado di poter estendere la sua avanzata poiché il grafico giornaliero mostra che il crollo della scorsa settimana è stato sufficiente a far correggere all’oro le condizioni di ipercomprato e gli indicatori tecnici stanno attualmente rimbalzando dalle loro linee mediane. Inoltre, l’oro si sta riprendendo al di sopra della media mobile semplice a 20 periodi, mentre le medie mobili più lunghe accelerano i loro progressi ben al di sotto di quella più breve, riflettendo un persistente interesse all’acquisto.
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