Il prezzo dell'oro, senza particolari drivers, rimane in area $ 2.640, in attesa di nuovi spunti derivanti dalle tensioni in Medio Oriente, dagli stimoli cinesi e dai discorsi dei funzionari della Fed.
Sebbene le pressioni al ribasso sull'economia cinese stiano aumentando, provocando un indebolimento dell'oro, poiché la Cina è il principale consumatore di oro al mondo, la correzione del prezzo sembra attenuata da un rallentamento della corsa del dollaro e dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA.
A questi ultimi non hanno giovato le dichiarazioni del presidente della Fed di St. Louis Alberto Musalem, che ha affermato ieri: “ulteriori riduzioni graduali del tasso di riferimento saranno probabilmente appropriate nel tempo", senza giudicare “in anticipo l'entità o la tempistica di futuri aggiustamenti della politica". Anche se i mercati escludono ormai un taglio del tasso della Fed di 50 punti base il mese prossimo, scommettendo circa l'86% di possibilità che la Fed opterà per un taglio del tasso di 25 bps, come mostrato dallo strumento FedWatch del CME Group.
In assenza di particolari indicatori economici, l’attenzione rimane rivolta ai conflitti in Medio Oriente, soprattutto dopo che Hezbollah ha lanciato decine di razzi contro la terza città più grande di Israele: Haifa e l'esercito israeliano ha incrementato le operazioni di terra in Libano, sebbene le abbia descritte come "localizzate, limitate e mirate".
Analisi tecnica
Dopo un calo graduale negli ultimi quattro giorni, il prezzo dell’oro si sta avvicinando verso il supporto statico di $ 2.630 che, se rotto su base di chiusura giornaliera, potrebbe scatenare un'ulteriore correzione verso la soglia dei $ 2.600.
Tuttavia, il Relative Strength Index a 14 giorni rimane ben al di sopra della linea mediana, attualmente vicino a 62, suggerendo che qualsiasi calo del prezzo dell'oro potrebbe essere ritenuto una ottima opportunità di acquisto.
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