Il prezzo dell’oro continua ad oscillare in un intervallo di negoziazione ristretto intorno ai 2.035 dollari sfruttando la debolezza del dollaro e dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA, che sono in leggero ribasso sotto il 4,1%. Tuttavia, le attuali tensioni geopolitiche in Medio Oriente potrebbero rafforzare l’oro, tradizionale bene rifugio.
Infatti, da venerdì scorso, l’esercito americano ha effettuato dozzine di attacchi aerei su siti in Iraq, Siria e Yemen, affermando che l'ondata di attacchi è stata una rappresaglia all'attacco di droni che ha ucciso tre soldati statunitensi in una base militare in Giordania il 28 gennaio, nonché ai continui attacchi alle navi commerciali nel Mar Rosso da parte della milizia Houthi dello Yemen.
Al contrario, soffiando controvento per l’oro, i funzionari della Fed continuano a sottolineare di non avere urgenza nel tagliare i tassi, poiché la banca centrale vorrebbe vedere più prove dai dati sull’inflazione prima di agire.
Le parole proferite, generalmente, corrispondono al messaggio del presidente della Fed Powell della settimana precedente, che ha sottolineato che la banca centrale americana non è pronta a iniziare i tagli dei tassi finché i responsabili non saranno sicuri che l’inflazione sia sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo del 2%. Pertanto, i mercati hanno ridotto le scommesse su una riduzione dei tassi di marzo e stanno anticipando i primi tagli dei tassi nella riunione di maggio.
I temi economici di oggi sono rappresentati dalla pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo e dell’indice dei prezzi alla produzione cinesi di gennaio, nonché dalle richieste settimanali iniziali di disoccupazione e dalle scorte all'ingrosso che saranno pubblicate negli Stati Uniti.
Comments