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Immagine del redattoreAUREA OPERATORE ORO

L'oro sale per i timori geopolitici

Il prezzo dell'oro è risalito dopo aver toccato un minimo giornaliero di $ 2.638, sostenuto dalla crescente tensione tra Israele e Iran che ne ha consentito la ripresa in area 2.655-2.660 dollari.

L'umore del mercato è pessimista, con Israele che ha continuato a far avanzare il suo esercito in Libano, nonostante il significativo attacco missilistico dell'Iran di martedì, e il presidente degli Stati Uniti Biden che ha commentato pubblicamente di aver discusso con i funzionari israeliani di attaccare gli impianti petroliferi iraniani.

Tuttavia, le scommesse su un allentamento aggressivo della politica monetaria della Fed sono svanite, aumentando i rendimenti dei titoli del Tesoro USA e rendendo il dollaro più forte a discapito dell’oro.

Le probabilità di un taglio del tasso di 25 punti base sono al 66,7%, mentre quelle di un taglio di 50 punti base sono diminuite al 33,3%, come mostrato dallo strumento CME FedWatch.

Su tali percentuali hanno influito anche i discorsi dei funzionari della Fed. Infatti, Raphael Bostic della Fed di Atlanta ha dichiarato che il tasso di occupazione naturale è cambiato e potrebbe anche essere più basso. Il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee ha affermato che gli ultimi dati sull'inflazione sono in linea con l'obiettivo della Fed, il mercato del lavoro è in piena occupazione e che non è importante abbassare i tassi di 50 o 25 punti, quanto abbassare i tassi nei prossimi 12 mesi per arrivare alla neutralità.

Pertanto, i dati resi noti ieri relativi al mercato del lavoro USA, sebbene abbiano mostrato un peggioramento, sono passati in secondo piano rispetto all'ISM Services PMI che, invece, riflette una migliore attività commerciale statunitense a settembre.

Il Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti ha mostrato che le richieste iniziali di disoccupazione per la settimana conclusasi il 28 settembre sono aumentate da 219.000 a 225.000, superando le stime di 220.000.

L'attività commerciale, misurata dall'ISM Services PMI, è migliorata a settembre rispetto ad agosto, passando da 51,5 a 54,9, però con gli ordini alle fabbriche che si sono contratti dello -0,2%, mancando la stima dello 0% e in calo rispetto all'aumento del 4,9% del mese precedente.

A questo punto assume particolare rilevanza la pubblicazione odierna dell'ultimo rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti, che dovrebbe stimolare la volatilità nei mercati finanziari.

Si prevede che i dati sulle buste paga non agricole mostrino che l'economia ha aggiunto 140.000 posti di lavoro a settembre, leggermente meno dei 142.000 creati ad agosto, con un tasso di disoccupazione che dovrebbe rimanere invariato.


Analisi tecnica

Il prezzo dell'oro si aggira intorno ai $ 2.655-2.660, con il trend rialzista che rimane intatto.

Il Relative Strength Index mostra che lo slancio rimane rialzista nonostante sia diventato piatto durante gli ultimi due giorni di negoziazione e l’oro continui ad essere scambiato entro livelli familiari.

Un netto scivolamento sotto i $ 2.650 potrebbe spianare la strada a un ulteriore ribasso, esponendo il prezzo al minimo giornaliero del 30 settembre di $ 2.624, seguito dal picco del 18 settembre di $ 2.600.

Invece, una ripresa di forza, mostrata dal superamento del massimo storico di $ 2.685, potrebbe far estendere i guadagni fino a $ 2.700. #gold #oro

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