L'oro ha esteso la sua correzione al ribasso fino a 2.628 dollari, per poi riportarsi verso i 2.640 dollari.
Le prese di profitto dopo il rally di quasi l'1,4% della scorsa settimana verso nuovi massimi storici, prima della lunga festa cinese, e l'umore cauto del mercato stanno pesando sull’oro.
Il guadagno delle azioni cinesi di oltre il 7,50% durante la sola sessione odierna, così come una prospettiva più rosea per il mercato immobiliare cinese a causa del calo dei tassi dei mutui, sta distraendo capitale dall'oro come rifugio sicuro.
Inoltre, i dati statunitensi migliori del previsto, che si sono succeduti nel corso della scorsa settimana, hanno leggermente ridotto le possibilità che la Fed effettui un altro aggressivo taglio dei tassi di 50 punti base a novembre.
Pertanto, anche dal punto di vista dei vari analisti istituzionali, non c’è uniformità di vedute nella valutazione del comportamento dell’oro nel breve termine. Sebbene, nel quadro geopolitico ed economico complessivo, è improbabile che gli investitori cambino idea sull'oro come bene rifugio che, tuttavia, non potrà comunque indefinitamente salire.
Rimane comunque assodato che, nel lungo termine, l’oro resta saldamente rialzista.
Analisi tecnica
L'oro ha esteso il suo ritiro dopo aver toccato massimi record, ma permane ancora in un trend rialzista.
L'oro rimane ipercomprato, secondo l'indicatore di momentum del Relative Strength Index, ma è anche quasi sceso in territorio neutrale sotto 70.
Nel caso di una correzione più profonda, come ora sembra probabile, un solido supporto si trova a $ 2.600, che rappresenta il massimo del 18 settembre.
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