Il prezzo dell'oro continua a muoversi al ribasso, scendendo sotto i 1.915 dollari per oncia troy durante la sessione asiatica odierna. Il dollaro continua a rafforzarsi grazie al cauto sentiment del mercato ed alla crescita dei rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi. Infatti, il dollaro ha toccato il massimo degli ultimi 10 mesi e i rendimenti dei titoli del Tesoro di riferimento a 10 anni hanno continuato la loro ascesa verso il nuovo picco di 16 anni. Anche se, come evidenziato dall’agenzia di rating Moody’s, lo shutdown incombente del governo americano potrebbe danneggiare il credito del paese.
L’attesa degli investitori in questa settimana è tutta incentrata sul rapporto chiave sull'inflazione al consumo degli Stati Uniti, che sarà pubblicato il 29 settembre, per trarre ulteriori indicazioni sull'eventuale aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
Le previsioni pubblicate mercoledì scorso mostrano che la maggioranza dei membri della Fed prevede un ulteriore aumento dei tassi nei prossimi tre mesi, ma gli investitori continuano a scontare solo il 50% circa di possibilità di un ulteriore inasprimento nel 2023.
Il tasso di deposito record della Banca Centrale Europea potrebbe contribuire a ridurre l’inflazione al 2%, come ha detto ieri la presidente della BCE Christine Lagarde, ribadendo inoltre che la guidance della banca non conferma, né esclude, ulteriori rialzi dei tassi. In questo contesto, il sentiment delle imprese tedesche è leggermente peggiorato a settembre, crollando per il quinto mese consecutivo e sottolineando i timori di recessione nella più grande economia della zona euro.
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