Il prezzo dell'oro è crollato nella seconda metà della giornata ed è sceso sotto i 1.930 dollari. L’ampia forza del dollaro e l’aumento del rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni di riferimento hanno reso difficile per l’oro riuscire a scrollarsi di dosso la pressione ribassista.
L’avversione al rischio ha preso il sopravvento nei mercati finanziari dopo il ritorno dei timori per una battuta d'arresto economica globale in seguito alla pubblicazione degli indici PMI S&P Global Producer Manager Index. L’interesse speculativo si è riversato sul biglietto dollaro, facendo crollare l’oro fino a 1.925,35 dollari l’oncia troy.
I rapporti di S&P Global hanno mostrato che il progresso economico ha subito una battuta d’arresto nel mese di agosto, con la produzione di servizi cinese che si è attestata a 51,8 nel mese, in calo rispetto al precedente 54,1, registrando il tasso di crescita più lento di quest’anno. Anche i dati dell’Eurozona hanno subito revisioni al ribasso, con il PMI composito dell’UE riportato a 46,7, il minimo in quasi tre anni. I dati relativi agli Stati Uniti saranno pubblicati domani, poiché il lunedì festivo ha ritardato la presentazione dei dati.
Il dollaro ha quindi beneficiato del contesto avverso al rischio poiché la resilienza economica del paese sta in qualche modo favorendo la valuta americana.
Analisi tecnica
L’oro è in netto calo e i dati tecnici nel grafico giornaliero suggeriscono che il calo potrebbe continuare, in particolare se l'oro dovesse scivolare sotto i 1.921,80 dollari, il supporto di Fibonacci del 38,2% del crollo di 1.982,15 dollari/1.884,77 dollari. L'indicatore Momentum rimane senza direzione, appena sopra la linea 100, ma l'indicatore Relative Strength Index suggerisce una pressione di vendita persistente poiché sta guadagnando forza al ribasso intorno al livello 50. Infine, la media mobile semplice a 100 giorni mantiene la sua pendenza ribassista ben al di sopra del livello attuale, mentre le SMA a 20 e 200 convergono a circa 1.915,90 dollari.
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