L'oro è cresciuto, avanzando oltre i 2.000 dollari dopo il rapporto sull'occupazione di ottobre, che ha mostrato un aumento più contenuto del previsto nelle buste paga del settore non agricolo statunitense. Il cambiamento positivo osservato nella propensione al rischio, innescato anch’esso dai non buoni risultati degli NFP, tuttavia, ha limitato i guadagni dell’oro, facendolo retrocedere verso i 1.990 dollari.
Gli NFP statunitensi sono aumentati di 150.000 unità il mese scorso contro la previsione di 180.000. Inoltre, i dati di settembre sono stati rivisti al ribasso, a 297.000 dai 336.000 della prima stima.
Quasi un posto di lavoro su tre è stato offerto dal governo degli Stati Uniti. Senza di essi, le buste paga sarebbero aumentate di meno di 100.000 unità.
Il settore manifatturiero ha perso 35.000 posti di lavoro, compensati dall’incremento di 110.000 unità nel settore dei servizi.
La crescita dei salari si è raffreddata su base mensile, passando dallo 0,3% di settembre rivisto al rialzo, allo 0,2% di ottobre. Su base annuale, la crescita è scesa dal 4,3% al 4,1% attuale, il valore più basso dal giugno 2021.
Il tasso di disoccupazione è salito inaspettatamente al 3,9%, rispetto al 3,8% previsto dagli analisti, e il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è sceso al 62,7%.
Questi dati sono quelli realmente importanti per determinare un eventuale ingresso in recessione dell’economia.
Infine, il PMI dei servizi ISM di ottobre ha segnato una lievissima espansione a 50,6.
I dati di oggi hanno spinto il dollaro ai minimi da settembre, rafforzando le aspettative che la Federal Reserve sospenderà probabilmente anche nella riunione di dicembre ancora una volta il rialzo dei tassi di interesse. Inoltre, poiché la crescita dei salari continua a rallentare, pur se moderatamente, la Fed potrebbe abbandonare il suo orientamento restrittivo e ridurre i tassi nella prima metà del prossimo anno.
Stessa sorte è toccata ai titoli del Tesoro statunitensi, che perdono quasi il 2%, portando il rendimento al 4,57%.
Analisi tecnica
Il prezzo dell’oro è tornato a sfondare oggi il livello dei 2.000 dollari. I Bull Cross presenti da inizio settimana ne hanno supportato l’azione e l’indicatore Relative Strength Index a 14 giorni, che si trova in territorio di ipercomprato, ha continuato a sostenere il movimento rialzista.
Tuttavia, il rimbalzo di oggi, pur attraversando la doppia resistenza del massimo di mercoledì di 1.993 dollari e della cifra tonda dei 2.000 dollari, non è riuscito a spingere il prezzo dell’oro fino al massimo plurimese di 2.009 dollari. La cui rottura in maniera decisa rimarrà fondamentale per raggiungere il massimo di metà maggio vicino a 2.020 dollari. #gold #oro
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