L'oro è sceso fino a 2.020 dollari dopo essere salito fino a 2.037 dollari, come reazione immediata in seguito alla revisione dell'inflazione statunitense. Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni si mantiene ampiamente al di sopra del 4,1%, intorno al 4,17%, rendendo difficile all’oro recuperare posizioni.
La Fed manterrà certamente i tassi di interesse più alti per un periodo più lungo, inoltre, anche l’estensione del rally della propensione al rischio nei mercati azionari globali, rappresenta un fattore chiave che agisce come un vento contrario contro il metallo prezioso.
Il dollaro sta estendendo il suo movimento di consolidamento al di sotto del livello più alto di quasi tre mesi, ma questo sta impedendo agli investitori di piazzare scommesse direzionali sull'oro.
I mercati preferiscono attendere la prossima settimana quando saranno pubblicati gli ultimi dati sull’inflazione al consumo negli Stati Uniti, che potrebbero offrire un po’ più di chiarezza sui probabili tempi e sul ritmo dei tagli dei tassi da parte della Fed nel 2024.
Analisi tecnica
L’azione dei prezzi dell’oro continua all’interno di un range che indica l’indecisione dei trader sulla traiettoria a breve termine del prezzo. Inoltre, gli oscillatori neutrali sul grafico giornaliero richiedono una certa cautela prima di piazzare scommesse aggressive.
L’area 2.022-2.020 dollari sta continuando a proteggere il ribasso immediato prima del minimo settimanale, attorno alla regione dei 2.015 dollari. Ma anche lo swing massimo settimanale, intorno all’area 2.044-2.045 dollari, appare molto lontano e solo una forza sostenuta oltre quest’ultima potrebbe liberare il potenziale per riportare il prezzo dell’oro verso l’alto, guardando al picco da inizio anno, vicino ai 2.078-2.079 dollari toccati a gennaio. #gold #oro
Comments