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Immagine del redattoreAUREA OPERATORE ORO

L’oro scende sotto la pressione dei titoli di stato statunitensi in forte crescita

Il prezzo dell'oro è sceso di oltre l’1,3% dopo non essere riuscito a recuperare il massimo settimanale sopra i 2.060 dollari. Ha subito il ritorno del dollaro che è stato sostenuto dal forte aumento, di oltre il 2,9%, dei titoli di stato statunitensi, indotto dalle dichiarazioni aggressive del governatore della Fed Waller che hanno spinto gli investitori a riconsiderare il lasso di tempo in cui la Federal Reserve ridurrà i tassi di interesse. Tuttavia, il clima generale negativo, determinato dalle tensioni in Medio Oriente, ha continuato a sostenere l'acquisto di beni rifugio limitando il calo dell’oro.

Waller ha affermato che gli Stati Uniti sono “a breve distanza” dall’obiettivo di inflazione del 2% gradito dalla Fed, ma la banca centrale non dovrebbe affrettarsi a tagliare il tasso di interesse di riferimento finché non sarà evidente che l’inflazione abbia intrapreso un chiaro percorso di non ritorno per rimanere entro il livello desiderato.

Queste affermazioni sono apparse aggressive e non hanno di certo giovato all’oro, a maggior ragione dopo la pubblicazione della scorsa settimana del non positivo rapporto sull’indice statunitense dei prezzi al consumo di dicembre e in presenza di una domanda di lavoro stabile, nonché di una bassa possibilità di recessione nonostante i tassi di interesse rimangano nell’intervallo 5,25-5,50%.

Pertanto, sebbene i mercati continuino a propendere per una decisione di taglio dei tassi a marzo, con lo strumento Fedwatch del CME che stima una probabilità del 69%, i responsabili della politica monetaria sembrano non avere fretta a sostenere una posizione accomodante sui tassi di interesse, giacché l’inflazione negli Stati Uniti è ancora quasi il doppio del tasso del 2%.

Inoltre, anche i commenti aggressivi dei funzionari della Banca centrale europea che, a loro volta, hanno respinto le aspettative di rapidi tagli dei tassi quest’anno, in generale, ricalibrano le aspettative più ampie di mercato sui tagli dei tassi di interesse.

I mercati si concentreranno, pertanto, sui prossimi dati sulle vendite al dettaglio mensili negli Stati Uniti, sui dati sulla produzione industriale e sul Beige Book della Fed per trarne ulteriori segnali al fine di comprendere meglio le prospettive sui futuri andamenti dei tassi di interesse.

Analisi tecnica

Il metallo prezioso è sceso sotto i 2.030 dollari e si prevede che possa rimanere in bilico prima di ricevere nuovi segnali sulla tempistica dei tagli dei tassi da parte della Fed. Ha ceduto tutti i guadagni di ieri e si è corretto al di sotto della media mobile esponenziale a 20 giorni, posta a circa 2.039 dollari.

Se l’oro non riesce a riprendere i 2.030 dollari, che rappresentano anche il minimo del 3 gennaio, corre il rischio di scivolare verso il supporto psicologico di 2.000 dollari. #gold #oro

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