I prezzi dell’oro hanno ulteriormente esteso il loro rimbalzo settimanale e sfiorando i 2.380 dollari, ovvero il massimo di due settimane, sfruttando la performance poco brillante del dollaro e la crescente speculazione sui tagli dei tassi di interesse dopo l’estate da parte della Fed. Gli investitori continuano a scommettere sul taglio dei tassi di interesse a settembre da parte della Fed, con una probabilità pari al 69%, come mostrato dallo strumento FedWatch del CME.
Sia la BoC che la BCE hanno già proceduto in tal senso, tagliando i tassi di interesse dello 0,25% negli ultimi due giorni e anche la BNS potrebbe farlo, poiché, dopo la pubblicazione di ieri di dati sull’inflazione più bassi, cresce la speculazione che la Banca nazionale svizzera taglierà il tasso di riferimento il 20 giugno.
I dati sull’occupazione statunitense di domani sono molto attesi e potrebbero avere un impatto sul prezzo dell’oro. Si prevede che il rapporto NFP mostri un aumento di 185.000 posizioni a maggio, ma i precedenti dati negativi di questa settimana JOLTS e ADP inferiori alle attese hanno ridotto l'ottimismo circa il rapporto. Se anche i NFP mostrassero debolezza, probabilmente peserebbero sul dollaro e aumenterebbero ulteriormente le scommesse che la Fed taglierà i tassi di interesse in anticipo, fornendo una ulteriore spinta al prezzo dell’oro.
Analisi tecnica
L’oro é uscito dal precedente range compreso tra 2.315 e 2.358 dollari, mettendo seriamente in discussione il trend ribassista nel breve termine che aveva dominato finora, segnando una probabile inversione.
Il superamento del suddetto range genera come nuovo target per il prezzo dell’oro i 2.385 dollari e un posizionamento stabile sopra i 2.375 dollari aumenterebbe la possibilità che l’obiettivo possa essere raggiunto.
Tuttavia, un ritorno all’interno dell’intervallo e una rottura al di sotto del minimo di fascia di $ 2.315 riattiverebbe in pieno il trend ribassista.
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