L’oro ha superato la soglia dei 2.100 dollari estendendo il rally di venerdì e salendo ai livelli di inizio di dicembre in un contesto di debolezza del dollaro e di rialzo dei rendimenti statunitensi lungo la curva, dopo che questi erano scesi nettamente venerdì scorso, pesando ulteriormente sul dollaro.
In questo inizio di settimana, i rendimenti stanno lentamente salendo, con il titolo a 10 anni che sale quasi al 4,22%, ma non abbastanza per influire sulla direzione dell’oro.
Dopo aver guadagnato circa 55 dollari nell’ultimo giorno di negoziazione della settimana precedente, oggi l’oro è riuscito a spingersi fino a quasi 2.120 dollari, proseguendo sulla scia dei dati della scorsa settimana che hanno rinnovato le preoccupazioni sul rallentamento dell’economia, anche se non abbastanza per cambiare le scommesse su quando la Fed procederà con i tagli dei tassi. Infatti, ad oggi, la prima mossa non è prevista prima di giugno, con un interesse speculativo che guarda ai funzionari nella speranza di cogliere nuovi indizi quando si incontreranno a metà marzo.
Analisi tecnica
Il grafico giornaliero mostra che l’oro esercita pressioni sui massimi intraday intorno ai 2.119 dollari, non lontani dal massimo record registrato a dicembre a 2.134,57 dollari. I dati tecnici mostrano che gli indicatori si dirigono verso l’alto quasi verticalmente e all'interno del territorio di ipercomprato senza segni di esaurimento rialzista. Inoltre, l’oro si sta sviluppando a circa 90 dollari al di sopra della media mobile semplice a 20 giorni, che accelera verso l’alto anche al di sopra di quelle più lunghe.
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