I prezzi dell'oro sono cresciuti per la terza sessione consecutiva e si sono molto avvicinati ai 2.700 dollari, segnando un nuovo record storico a quasi 2.697 dollari, nonostante l'incessante aumento del biglietto verde e la forte crescita dei rendimenti dei titoli del tesoro statunitensi.
Il prezzo dell’oro aveva acquisito forza già durante le contrattazioni asiatiche, poiché la scarsa performance del mercato azionionario aveva alimentato la domanda di sicurezza.
A seguire, la domanda di oro è stata anche sostenuta dalle preoccupazioni sul futuro governo degli Stati Uniti, poiché, a tre settimane dalle elezioni, i sondaggi mostrano una testa a testa tra i due candidati, generando incertezza.
Inoltre, oggi la Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi di interesse di 25 bps come ampiamente previsto, dopo che l'inflazione è scesa al di sotto del 2,0% per la prima volta dal 2021 e l'attività economica ha mostrato un netto rallentamento. E nella successiva conferenza stampa, la presidente Christine Lagarde ha trasmesso un messaggio piuttosto accomodante.
Allo stesso modo, dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione di settembre nel Regno Unito, risultati inferiori alle attese, si prevede che la Banca d'Inghilterra decida di abbassare il tasso di interesse di 25 punti base nella riunione di novembre. Così come si prevede che anche la Banca del Canada lo abbasserà di 50 pbs nella prossima riunione di politica monetaria di ottobre.
Tutto questo, e il fatto che diverse banche centrali asiatiche hanno già effettuato tagli di recente, sta supportando il rally dell'oro, unitamente alla pubblicazione di un documento del World Gold Council che mostra che l'oro ha avuto negli ultimi 52 anni una media di rendimenti annualizzati dell'8,0%.
Tale valore ha un livello simile al tasso medio di aumento del Prodotto interno lordo globale nel medesimo periodo. Inoltre, evidenzia che l'oro non rappresenta soltanto una riserva di valore che protegge gli investitori dall'inflazione, ma ha un rendimento nel lungo termine che è stato ben al di sopra dell'inflazione per oltre 50 anni. Pertanto, ricorrendo ad un proxy per il driver di espansione economica già utilizzato negli altri modelli di determinazione del prezzo dell'oro del WGC, l’oro rispecchia più da vicino l’andamento del prodotto interno lordo globale.
Tuttavia, limitando la spinta rialzista dell’oro, anche il dollaro è avanzato grazie ai dati statunitensi odierni che hanno superato le aspettative.
Le vendite al dettaglio di settembre sono aumentate dello 0,4% nel mese, rispetto allo 0,1% di agosto e superando le aspettative dello 0,3%, e le vendite al dettaglio, escluse le auto, hanno inoltre superato la stima al rialzo dello 0,2% del mese precedente, attestandosi allo 0,5% e ben al di sopra delle stime dello 0,1%. Mentre il Philadelphia Fed Manufacturing Survey è balzato a 10,3 in ottobre da 1,7 in settembre. Infine, le richieste iniziali di disoccupazione per la settimana conclusasi l'11 ottobre sono rimaste a 241.000 come il mese precedente e al di sotto delle 260.000 previste.
Analisi tecnica
Il grafico giornaliero suggerisce che la corsa rialzista è tutt'altro che finita e l’oro continua a muoversi lentamente ma costantemente verso l’alto, mentre la media mobile semplice a 20 periodi fornisce supporto a circa $ 2.649,50. Inoltre, le SMA a 100 e 200 avanzano molto al di sotto di quella più breve, riflettendo un persistente interesse all'acquisto e gli indicatori tecnici guadagnano forza al rialzo entro livelli positivi.
Anche nel breve termine, secondo il grafico a 4 ore, il trend è assolutamente rialzista, con gli indicatori tecnici che si mantengono ben al di sopra delle loro linee medie, sebbene senza una chiara forza direzionale. Il traguardo dei $ 2.700 è sicuramente raggiungibile, con un possibile declino correttivo a seguire. Tuttavia, non ci sono ancora segnali di arretramento. #gold #oro
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