Il prezzo dell’oro, dopo aver riconquistato ieri la soglia dei 2.320 dollari, si sta consolidando grazie all’indebolimento dei rendimenti del Tesoro USA conseguente all’aumento delle scommesse di un taglio dei tassi di interesse entro la fine dell’anno da parte della Fed.
Nella giornata di ieri, caratterizzata da volumi scarsi a causa delle festività in Giappone e nel Regno Unito, l’umore del mercato ha consentito all’oro di risalire. Sebbene le esternazioni di alcuni membri della Fed siano state contrastanti ed abbiano generato un andamento altalenante del dollaro, che si muove in contrapposizione con l’oro.
Il presidente della Fed di Richmond Thomas Barkin, ha affermato che l'inflazione quest'anno è stata deludente e che il compito della Fed non è ancora finito, anche a causa del forte mercato del lavoro.
Al contrario, il presidente della Fed di New York John C. Williams ha detto che la Fed, prima o poi, taglierà i tassi, giacché anche la crescita dell'occupazione sta rallentando.
La settimana non presenterà la diffusione di importanti dati macroeconomici. Pertanto, saranno gli eventi geopolitici e i diversi membri della Fed che si succederanno nel parlare a dettare i ritmi di trading che riguardano il rendimento dei titoli di Stato americano, il dollaro e quindi l’oro.
Analisi tecnica
Oggi, l’oro si mantiene stabile e sembra aver riconquistato saldamente il livello critico del ritracciamento del 23,6% di Fibonacci del rally di aprile/maggio a 2.326,50 dollari. La resistenza nel breve termine è fornita dalla media mobile semplice a 20 periodi posta a circa 2.340,15 dollari, con le medie mobili più lunghe che mantengono la loro pendenza rialzista ben al di sotto del livello attuale.
Gli indicatori tecnici sono leggermente cresciuti: l'indicatore Momentum si sviluppa entro livelli negativi e il Relative Strength Index si attesta intorno a 54.
Comments