L'oro è rimbalzato oltre i $ 2.500 dopo essere sceso sotto i $ 2.485 nel corso della giornata, pur rimanendo confinato in un intervallo intraday ristretto. Il calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA, a cui ha fatto da contraltare la rinnovata forza del dollaro, ha favorito il ritorno dell’oro.
Il dollaro è rimasto resiliente, estendendo la striscia di guadagni innescati dai dati NFP di venerdì, ma anche la scarsa performance degli indici asiatici ha contribuito alla forza del dollaro.
I mercati finanziari sono in attesa dei dati sull'inflazione statunitense che saranno pubblicati mercoledì, espressi dall'indice dei prezzi al consumo di agosto. L'indice è previsto in aumento del 2,6% su base annua, in calo rispetto al 2,9% registrato a luglio. Tuttavia, il valore annuale di base dovrebbe rimanere invariato al 3,2%.
Attualmente le scommesse sulla possibilità che la Federal Reserve possa optare per un taglio dei tassi di 50 punti base sono in crescita e un ulteriore raffreddamento delle pressioni inflazionistiche accrescerebbe maggiormente tali aspettative.
Analisi tecnica
Il grafico giornaliero mostra che l’oro rimane vicino alla media mobile semplice a 20 periodi e gli indicatori tecnici si aggirano attorno alle loro linee medie senza una chiara forza direzionale. Inoltre, le medie mobili più lunghe mantengono modeste pendenze rialziste ben al di sotto del livello attuale.
Pertanto, il quadro a breve termine è neutrale-ribassista, con le SMA convergenti a 20 e 100 che forniscono resistenza attorno al massimo intraday di 2.506 dollari, mentre la SMA a 200 punta verso l’alto a circa $ 2.465. L'indicatore Momentum punta più in basso attorno alla sua linea mediana, spostando il rischio al ribasso e l'indicatore Relative Strength Index rimane senza direzione a circa 50, privo di forza direzionale. #gold #oro
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