Il prezzo dell’oro sta consolidandosi nel solito intervallo che gli è familiare da tempo. Il dollaro estende il suo ritiro dai massimi pluriennali sulla scia del calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA, a causa di una grande asta che si terrà oggi, mentre il mercato nel suo complesso si muove in un contesto favorevole al rischio alimentato da una serie di misure messe in atto dal regolatore cinese per sostenere i prezzi delle azioni dopo che il mercato è crollato ai minimi di cinque anni.
I mercati, ormai, hanno completamente digerito i forti dati economici statunitensi, la riduzione delle scommesse di tagli anticipati dei tassi e il linguaggio aggressivo della Fed. Attualmente scontano una probabilità di circa il 20% di un taglio a marzo, rispetto alla probabilità del 68,1% all'inizio dell'anno. Nel frattempo, le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed a maggio sono ora al 65%.
Pertanto, gli operatori stanno cercando di recepire nuovi input da altre direzioni che, in assenza di dati economici provenienti dagli Stati Uniti, sono il sentiment a Wall Street e gli sviluppi nei mercati cinesi, dove sono attesi i dati sull'inflazione, previsti per domani, che potranno fornire nuovi segnali sullo stato dell'economia cinese.
Analisi tecnica
Il grafico giornaliero mostra che il prezzo dell’oro si muove con difficoltà nella regione compresa tra i 2.030 e i 2.035 dollari. Questo livello è la confluenza delle medie mobili semplici a 21 e 50 giorni.
Il Relative Strength Index a 14 giorni è scambiato in modo neutrale al livello di 50, suggerendo l’assenza di un chiaro input direzionale per il prezzo dell'oro.
Se il rimbalzo trovasse terreno, l’immediata potente resistenza si vedrebbe al livello psicologico di 2.050 dollari.
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