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Immagine del redattoreAUREA OPERATORE ORO

L’oro si stabilizza intorno ai 2.360 dollari

Il prezzo dell'oro si sta consolidando in presenza di un modesto rimbalzo del dollaro, a sua volta sostenuto dai discorsi aggressivi di diversi funzionari della Fed e dai dati economici statunitensi più forti del previsto che stanno riducendo le aspettative di un taglio dei tassi di interesse a settembre da parte della Fed.

I discorsi aggressivi di ieri del presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, hanno spinto i rendimenti dei titoli del Tesoro americano, sollevando il biglietto verde dai minimi settimanali contro l’oro. Kashkari ha dichiarato in un’intervista alla CNBC che la Fed dovrebbe attendere progressi significativi sull’inflazione prima di abbassare il tasso di riferimento.

Tuttavia, un eventuale ribasso dell’oro sarebbe comunque limitato nel breve termine dagli sforzi della Cina per sostenere il settore immobiliare rilanciando la ripresa economica del paese. Oggi, il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le previsioni sul prodotto interno lordo della Cina dal 4,6% al 5% nel 2024. Anche se il calo delle importazioni cinesi di oro nell’ultimo mese incide negativamente sul prezzo. La scorsa settimana, i dati della dogana cinese hanno mostrato che le spedizioni di oro per uso non monetario destinate alla Cina sono diminuite del 30% ad aprile rispetto al mese precedente.

La propensione al rischio generale si è inasprita a causa dell’escalation delle tensioni geopolitiche tra Israele e Gaza. Le forze israeliane hanno bombardato una tendopoli in una “zona sicura” designata a ovest di Rafah e hanno ucciso almeno 21 persone, tra cui 13 donne e bambini, nell’ultima strage di massa di civili palestinesi. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha convocato una riunione d’emergenza sull’invasione di terra di Israele a Rafah su sollecitazione di Spagna, Irlanda e Norvegia che hanno formalmente riconosciuto lo Stato di Palestina.

A questo punto, gli investitori attendono con impazienza i dati sull’inflazione PCE statunitense di venerdì per fare ulteriore chiarezza sui tempi dei tagli dei tassi della Fed, che si prevede abbiano un impatto significativo sulla performance del dollaro e quindi sul prezzo dell’oro. Mentre, oggi, continueranno i discorsi dei membri della Fed. In particolare, parleranno Williams e Bostic e, nel corso della sessione statunitense, verrà pubblicato il Beige Book della Fed.

Analisi tecnica

Le prospettive nel breve termine rimangono più o meno le stesse, poiché l’oro punta a posizionarsi al di sopra del crescente cuneo di supporto, diventato resistenza, posto a 2.372 dollari, su base di chiusura giornaliera, mantenendo il potenziale rialzista.

Il Relative Strength Index a 14 giorni si trova al di sopra del livello 50, vicino a 52,60. Inoltre, il prezzo dell’oro ha chiuso ieri sopra la resistenza chiave della media mobile semplice a 21 giorni posta a 2.353 dollari.

Un movimento sostenuto al di sopra di questa punterebbe alla barriera dei 2.372 dollari e potrebbe spingersi verso la successiva resistenza rappresentata dal massimo del 24 maggio di 2.384 dollari.

Il supporto immediato è ora fornito dalla SMA a 21 giorni a 2.353$. #gold #oro

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