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Immagine del redattoreAUREA OPERATORE ORO

L’oro soffre e scende sotto i 2.300 dollari

Oggi l'oro é finito sotto pressione ribassista ed é stato scambiato sotto i 2.300 dollari per la prima volta in due settimane. Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni ha mantenuto forti guadagni, posizionandosi sopra il 4,3% in seguito ai commenti aggressivi dei membri della Fed, sostenendo anche il dollaro.

I funzionari della Fed continuano ad apparire riluttanti a tagliare i tassi di interesse in un contesto di inflazione che ancora ritengono elevata, affermando che è ancora troppo presto per tagliare i tassi di interesse.

Secondo lo strumento FedWatch del CME, le probabilità di un taglio dei tassi di interesse durante la riunione della Fed di settembre sono scese da un giorno all’altro dal 67% al 66%.

Di fondamentale interesse sarà l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali di maggio degli Stati Uniti, in uscita venerdì. Un risultato inferiore alle attese aumenterebbe le possibilità che la Fed possa procedere con un taglio anticipato dei tassi, sostenendo il prezzo dell’oro. Se l’inflazione aumentasse, accadrebbe il contrario.


Analisi tecnica

L'oro é scivolato oggi verso il supporto chiave di 2.279 dollari: una rottura al di sotto segnalerebbe un forte movimento al ribasso.

In tal caso, la rottura anche di quest’ultimo fornirebbe la conferma di un’inversione al ribasso, con un obiettivo conservativo a 2.171 dollari e un secondo obiettivo a 2.105 dollari.

Un movimento di ripresa dovrebbe superare i 2.350 dollari per fare ripartire il prezzo verso il massimo del 7 giugno, riattivando un più ampio trend rialzista. #gold #oro

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