Il prezzo dell’oro sta ritracciando in parte dopo la massiccia impennata di venerdì scorso, quando aveva raggiunto il livello più alto di tre settimane a 1.933 dollari. Il dollaro rimane sulla difensiva mentre i rendimenti dei titoli del Tesoro USA stanno salendo. Gli investitori stanno valutando il conflitto in corso tra Israele e Hamas e i nuovi sviluppi nel fine settimana.
Venerdì, il prezzo dell’oro aveva registrato un’inversione di tendenza, sostenuta dalla fuga verso la sicurezza determinata dall’incertezza geopolitica del fine settimana. Gli investitori avevano coperto le loro posizioni corte in previsione che la guerra in corso tra Hamas e Israele potesse mantenere intatta la tendenza al rialzo del prezzo dell'oro. L’oro era balzato da 1.832 dollari al massimo record di tre settimane negli scambi americani di 1.933 dollari dopo aver interrotto un lungo periodo di graduale ribasso.
L’oro è stato sostenuto anche dal calo dei titoli del Tesoro USA, determinato dalle preoccupazioni per l’aumento dei deficit, e dallo stop nella ripresa del dollaro, dovuta alle esternazioni accomodanti, nel corso della settimana, dei membri della Fed.
Oggi, il prezzo dell’oro sta riducendo i guadagni, in una modalità correttiva fisiologica dopo la grande corsa di venerdì scorso. Il ritracciamento del prezzo dell'oro arriva nonostante la performance modesta del dollaro. Inoltre, il nuovo rialzo dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA potrebbe essere attribuito proprio al calo del prezzo dell’oro.
Ieri, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è impegnato a "demolire Hamas", con le sue truppe israeliane che si preparano ad entrare nella Striscia di Gaza all'inseguimento dei militanti di Hamas, inducendo negli investitori un cauto umore nei confronti del rischio.
Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno intensificato gli sforzi per contenere la bellicosità tra Hamas e Israele, poiché sono preoccupati per un potenziale intervento iraniano nel conflitto. In risposta, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha avvertito: “L’Iran non rimarrà un osservatore in questa situazione e ha informato Israele tramite i suoi alleati che, se i suoi crimini a Gaza continueranno, “domani sarà troppo tardi”.
In definitiva, le tensioni geopolitiche in Medio Oriente potrebbero continuare a fornire supporto al prezzo dell’oro, mentre i dati sulle vendite al dettaglio in arrivo questa settimana negli USA e i discorsi dei membri della Fed potrebbero fornire un nuovo impulso al rialzo al dollaro.
Inoltre, vi è grande attesa anche per il discorso del presidente della Fed Powell davanti all’Economic Club di New York alla fine di questa settimana per cercare di trarre nuovi indizi sulle prospettive dei tassi di interesse della banca centrale, soprattutto dopo che i dati della scorsa settimana hanno mostrato che a settembre l’inflazione principale dell’indice dei prezzi al consumo è aumentata più del previsto, con lo strumento FedWatch del CME Group, che ha quasi decretato una pausa per il prossimo mese nel rialzo dei tassi da parte della Fed, scontando una probabilità del 30% di un rialzo dei tassi a dicembre.
Analisi tecnica
Venerdì il prezzo dell'oro ha superato tutte le principali medie mobili giornaliere e ha registrato una chiusura settimanale superiore alla DMA 200, posta a 1.929 dollari.
L'indicatore del Relative Strength Index a 14 giorni ha attraversato la linea mediana, con un forte rally in territorio rialzista, giustificando il grande movimento del prezzo dell'oro.
Tuttavia, oggi l’oro non riesce a mantenersi al di sopra della barriera della DMA 200 dando il via ad una correzione. Pertanto, il prezzo dell’oro è sceso sotto la DMA 100, posta a 1.923 dollari, col rischio di indirizzarsi verso la DMA 50 a 1.901 dollari, o addirittura estendersi fin verso la DMA 21 a 1.880 dollari, nel caso in cui l’inversione dovesse concretamente prendere piede.
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